«Al momento, nessuna sanzione contro l'Italia viene, o può essere, richiesta. Tuttavia, appare opportuno evidenziare che, quando la Corte riconosce che uno Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a esso incombenti in virtù del diritto dell'Unione, tale Stato è tenuto a prendere i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza della Corte comporta», riferisce in una nota la Corte europea dopo che la Commissione Ue aveva chiesto alla stessa Corte di giustizia di accertarsi se l'Italia avesse rispettato gli obblighi previsti dalla direttiva 1999/31/CE.
La direttiva 1999/31/CE definisce il concetto delle discariche "preesistenti". Si tratta delle discariche che avevano ottenuto un'autorizzazione o che erano già in funzione prima del 16 luglio 2001, data entro la quale la direttiva stessa doveva essere trasposta nel diretto nazionale.
Secondo la direttiva, entro questa data, le Autorità competenti di ciascuno Stato membro dovevano o completare i lavori per rendere le discariche preesistenti conformi ai requisiti stabiliti nella direttiva o chiuderle definitivamente.
L'anno scorso la Commissione europea ha presentato contro l'Italia l'azione di inadempimento, ritenendo che per 44 discariche cosidette "preesistenti" non erano stati completati gli adempimenti quindi in questo modo l'Italia sarebbe venuta meno agli obblighi che impone la direttiva.
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