Stop ai pagamenti del Fondo del trasporto aereo, i sindacati: «Lavoratori in cig senza integrazione salariale»

Stop ai pagamenti del Fondo del trasporto aereo, i sindacati: «Lavoratori in cig senza integrazione salariale»
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Domenica 14 Febbraio 2016, 14:01 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 03:33
Dal mese di febbraio sono stati bloccati i pagamenti del Fondo speciale del trasporto aereo da parte dell’Inps, una erogazione - pagata da tutti con un contributo di 3 euro su ogni biglietto aereo - che serve a integrare gli assegni dei dipendenti in cassa integrazione. Lo denunciano i sindacati di base Cub, Usb e Comitato Corista in un volantino datato 13 febbraio, annunciando un presidio in via XX settembre davanti al ministero dell'Economia per mercoledì prossimo. 

Anche Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Ugl trasporto aereo hanno fatto sapere di aver chiesto un incontro al ministro del Lavoro e a quello dei Trasporti sulla mancata integrazione del Fondo, che ha causato il blocco dei pagamenti a ai lavoratori del settore in cassa integrazione. 

«Un blocco inaccettabile e un ritardo insostenibile che ha determinato gravi conseguenze per centinaia di famiglie rimaste senza reddito», protestano i sindacati di base. «Una situazione che si aggiunge a quella gravissima determinata dalle evasioni contributive di aziende del settore (Argol, Groduncare ed altre) che hanno licenziato e hanno privato, nell'indifferenza delle istituzioni, i lavoratori di quanto loro spettava».

I sindacati sospettano poi che il fondo possa essere destinato ad altri scopi. «A quanto pare fanno gola a molti le risorse accantonate per finanziare le prestazioni previste dal Fondo speciale del trasporto aereo. Ad oggi 10mila lavoratori del comparto aereo-aeroportuale sono titolari delle prestazioni del Fondo costituito nel 2014 per integrare gli ammortizzatori sociali di tutti coloro che hanno dovuto pagare il prezzo delle ristrutturazioni del settore».

Il fondo speciale nel 2014 - secondo i dati dell'Inps - integrava lo stipendio di circa 9mila lavoratori in cassa integrazione. La maggior parte di loro (oltre 7mila) percepisce meno di 2mila euro al mese. Oltre 1.700 persone prendono invece fra 2mila e 5mila euro al mese, circa 150 fino a 20mila euro e due oltre 20mila euro al mese.

Il Fondo speciale per il trasporto aereo (Fsta) preleva circa 220 milioni all’anno dai contribuenti attraverso un balzello di 3 euro sui biglietti di chi viaggia (più del finanziamento annuo per la lotta alla povertà, sottolinea l'Inps sul suo sito). Il Fondo eroga un’integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione straordinaria, cassa in deroga e solidarietà a piloti, assistenti di volo e personale di terra per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari (mediamente 1 su 10 ne usufruisce ogni anno).

L'integrazione garantisce l’80% della retribuzione fino ad un massimo di 7 anni. Pertanto i lavoratori possono percepire una prestazione che supera di gran lunga il massimale di 1.167,911 euro previsto per la cassa integrazione di tutti gli altri lavoratoi. La prestazione integrativa supera infatti spesso, nel caso dei piloti, i 10 mila euro mensili lordi, con casi limite in cui la prestazione si avvicina ai 30 mila euro al mese.

Il Fondo viene alimentato da un contributo sulle retribuzioni a carico delle aziende (0,375%) e dei lavoratori (0,125%). Ma soprattutto dai 3 euro prelevati su ogni biglietto aereo acquistato in Italia. L’attuale finanziamento del Fsta è dunque costituito quasi completamente dai proventi dell’imposizione fiscale sui passeggeri. Nel 2013, per esempio, il Fondo ha incassato 5,4 milioni di euro dalle aziende e dai lavoratori del settore e 217,8 milioni dai “3 euro a biglietto”, che hanno così contribuito per il 98% alle entrate del Fondo. 

 
 


 
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