Alitalia, la Ue: «Il prestito del 2019 da 400 milioni di euro è illegale, l'Italia recuperi quei fondi»

Il caso nel 2019 per gli aiuti di Stato

Alitalia, la Ue: «Il prestito da 400 milioni di euro è illegale»
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Lunedì 27 Marzo 2023, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 17:14

Alitalia e i prestiti. La Commissione europea ha concluso che il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso ad Alitalia nel 2019 rappresenta un aiuto di Stato illegale ai sensi delle norme comunitarie. L'Italia ora deve quindi recuperare dalla compagnia l'aiuto di Stato illegittimo, maggiorato degli interessi. Lo ha annunciato lo stesso esecutivo Ue.

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Nella sua indagine formale, Bruxelles ha concluso che, nel concedere il 26 ottobre 2019 il prestito ponte di 400 milioni di euro ad Alitalia - commissariata nel maggio 2017 -, «l'Italia non si è comportata come avrebbe fatto un operatore privato, non avendo valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, più gli interessi, bensì si è concentrata» solamente nel voler «garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali di Alitalia».

La Commissione europea ha ritenuto che l'aiuto non potesse essere approvato ai sensi degli orientamenti Ue sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione, notando che la compagnia aveva già beneficiato di aiuti precedenti, vale a dire i due prestiti concessi ad Alitalia nel 2017 da 900 milioni di euro, mai rimborsati e già dichiarati allo stesso modo illegali da Bruxelles nel settembre 2021. Anche «il nuovo prestito» da 400 milioni di euro, ha spiegato l'Antitrust Ue, «violava l'obbligo una tantum previsto dagli orientamenti» comunitari. Su questa base, Bruxelles ha concluso che «nessun investitore privato» all'epoca si sarebbe esposto concedendo un prestito alla compagnia, e che «l'aiuto ha conferito ad Alitalia un ingiusto vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali», rappresentando «un aiuto di Stato incompatibile». La Commissione, viene precisato, «ha già rilevato nel settembre 2021» che la nuova Ita Airways «non è il successore economico» della compagnia, pur avendone rilevato alcuni asset, e «che pertanto non è tenuta a rimborsare l'aiuto ricevuto da Alitalia».

IL RECUPERO

«L'Italia ha il dovere di recuperare da Alitalia gli aiuti illegittimi e incompatibili» con le norme Ue «maggiorati degli interessi» e, nel caso di fallimento della compagnia, Alitalia potrà rimborsare la somma «nel limite dei ricavi ottenuti dalla vendita dei suoi asset». Lo ha detto una portavoce della Commissione europea, dopo la decisione Ue di dichiarare illegale il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso da Roma nel 2019. «L'amministrazione straordinaria di Alitalia è ancora in corso» ed è «finalizzata al completamento della liquidazione del patrimonio del vettore», ha ricordato la portavoce.

Il prestito andrà recuperato dallo Stato italiano, per quanto possibile, insinuandosi al passivo della compagnia aerea, oramai in amministrazione straordinaria. Lo spiega la portavoce della Commissione Europea per la Concorrenza, Arianna Podestà, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. «L'amministrazione straordinaria di Alitalia è tuttora in corso - spiega la portavoce - con l'obiettivo di completare la liquidazione dei beni della compagnia. L'Italia ha il dovere di recuperare l'aiuto incompatibile con le norme Ue, più gli interessi, da Alitalia, per rimuovere la distorsione del mercato» provocata dalla misura. «Nel caso di una impresa insolvente - prosegue la portavoce - l'eliminazione della distorsione della concorrenza può essere ottenuta registrando le richieste relative all'aiuto illegale nella gerarchia dei creditori della procedura fallimentare in corso sotto l'amministrazione straordinaria. Pertanto i 400 milioni saranno ripagati da Alitalia entro i limiti dei ricavi ottenuti dalla vendita dei beni della compagnia e dal valore di qualsiasi bene rimanente che non venga venduto», conclude

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