"Le imprese – sostiene Confartigianato – vanno accompagnate nella ripresa della normalità economica con misure strutturali di riduzione della pressione fiscale sul lavoro in ogni sua forma, sia esso subordinato che indipendente, e di semplificazione degli adempimenti. In particolare, la riforma dell'Irpef, che riguarda oltre 1,5 milioni di imprese individuali e i soci persone fisiche di circa 650.000 società di persone, dovrà assicurare pari trattamento a tutti i redditi da lavoro indipendentemente dalla loro categoria reddituale e garantire neutralità del prelievo rispetto alla forma giuridica dell'impresa. Due gli obiettivi: riduzione generalizzata del prelievo e reale semplificazione del sistema di tassazione personale per rendere più trasparente ed immediatamente riconoscibile il carico tributario che grava sul contribuente.
Un primo intervento, viene sottolineato, deve prevedere il riequilibrio della tassazione IRPEF sui redditi fra i 28.000 e i 55.000 euro, rimodulando in modo più equilibrato le aliquote per questa fascia di reddito. Al primo dei due scaglioni andrebbe applicata un'aliquota inferiore all'attuale 38%.
L'introduzione dell'obbligo di fatturazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi – conclude Confartigianato – impone di abrogare adempimenti costosi e divenuti ridondanti, come il regime dello split payment e quello del reverse charge. Inoltre, va ridotta dall'8% al 4% la ritenuta applicata sui bonifici che danno diritto a detrazioni d'imposta e va innalzata da 5.000 a 50.000 euro il limite che rende obbligatoria l'apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti IVA.
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