Confcommercio, al via Confali per rafforzare la filiera alimentare

Confcommercio, al via Confali per rafforzare la filiera alimentare
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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 15:41
Nasce Confali per potenziare la filiera alimentare. Dai forni ai distributori automatici dib bevande e snack, dai mercati ai grossisti, ben sette federazioni nazionali di categoria del comparto agroalimentare di Confcommercio saranno rappresentate da un unico nuovo organismo di coordinamento della filiera che si chiama «Confali, Alimentare Insieme». Il nuovo organismo conta, complessivamente, 65 mila imprese associate, per un totale di circa 400.000 addetti e un fatturato complessivo di oltre 51 miliardi, attraverso il quale Confali salda la rappresentanza del settore agroalimentare in un'unica grande organizzazione per consolidare il dialogo con la politica e le istituzioni e informare il mercato e i consumatori.

Il coordinamento, presentato a Roma alla presenza di esponenti del governo e della politica e di rappresentanti delle organizzazioni di categoria e delle imprese del settore, unisce le sette Federazioni nazionali già presenti in Confcommercio. Più precisamente sono le seguenti: Assipan (associazione italiana panificatori), Assocaseari (operatori settore lattiero-caseario), Confida (distribuzione automatica di cibi e bevande), Fedagromercati (operatori all'ingrosso agro-floro-ittico-alimentari), Federgrossisti (commercio all'ingrosso dei prodotti alimentari non deperibili), Fida (federazione italiana dettaglianti dell'alimentazione) e Uniceb (unione degli importatori ed esportatori industriali, dei commissionari, dei grossisti, ingrassatori, macellatori e spedizionieri di carni, bestiame e prodotti derivati).

«È di fondamentale importanza, per la nostra Confederazione, la nascita di un soggetto che racchiuda in sé tutta la filiera alimentare nella sua complessità, veicolando l'unitarietà e la complessità del settore, troppo spesso gestito a compartimenti stagni», ha commentato Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio e coordinatrice di Confali. «Siamo convinti che si tratti di un cambio di visione strategico, non solo per le aziende rappresentate, ma anche per i nostri interlocutori istituzionali».

 
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