Colf e badanti, più agevolazioni: contributi deducibili fino a 3.000 euro. Cosa cambia

Un aumento di 30 euro per l’assegno unico agli orfani

Colf e badanti, più agevolazioni: deducibilità contributi salirà da 1.500 fino a 3.000 euro
di Francesco Bisozzi
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Venerdì 14 Aprile 2023, 22:04 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 15:07

Nel nuovo decreto Lavoro in rampa di lancio ci sono anche misure per attenuare il caro badanti e modifiche all’assegno unico per i figli orfani. Raddoppiano gli sgravi per i datori di lavoro domestico. Oggi i contributi previdenziali e assistenziali versati per colf e badanti, per la parte a carico del datore di lavoro, sono deducibili dal reddito complessivo ai fini Irpef del contribuente nel limite massimo di circa 1.500 euro.

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Colf e badanti, più agevolazioni

Nella bozza del decreto, articolo 39, si legge che l’asticella verrà portata a quota tremila euro e che la disposizione verrà applicata a partire dal periodo di imposta 2023.

Quest’anno, sulla spinta dell’inflazione, i salari minimi degli assistenti domestici (babysitter comprese) hanno fatto un balzo del 9,2 per cento. Risultato? Sei famiglie su dieci non possono più permettersi di pagare lo stipendio di una badante, stando a una recente indagine Censis per Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. I rincari hanno messo all’angolo soprattutto gli anziani e i nuclei che più hanno bisogno dell’assistenza domestica. L’esborso aggiuntivo per le famiglie oscilla tra cento euro e 150 euro al mese, arrivando a sfiorare così i duemila euro l’anno. Ed è per questo che adesso il governo punta ad ampliare la deduzione fiscale delle spese. Non solo. In questo modo l’esecutivo conta anche di contrastare il fenomeno del lavoro nero. Nel settore il tasso di irregolarità raggiunge il 52,3% per gli occupati, il 52,4% per le unità di lavoro. 


Il tasso di irregolarità dell’intera economia, invece, si attesta al 12%. Per una badante regolarmente contrattualizzata oggi si arriva a spendere più di 1.600 euro al mese. Sempre secondo quanto rilevato dal Censis, 8 famiglie su 10 (oltre l’80%) hanno dichiarato di preferire una prestazione universale in denaro commisurata all’effettivo fabbisogno assistenziale, con la previsione di una maggiorazione in presenza di personale domestico regolarmente assunto, rispetto all’importo dell’attuale indennità di accompagnamento senza vincoli di utilizzo. 


LA MAGGIORAZIONE
Per quanto riguarda invece l’assegno unico per i figli, nella bozza del decreto Lavoro è previsto il riconoscimento della maggiorazione dell’assegno di 30 euro, concessa al momento solo ai figli con entrambi i genitori titolari di reddito da lavoro, anche ai minori orfani appartenenti a nuclei con un solo genitore lavoratore perché l’altro è deceduto. Attualmente la maggiorazione va a ciascun figlio minorenne con entrambi i genitori che lavorano e a fronte di un Isee del nucleo pari o inferiore a 15.000 euro. L’incremento si riduce gradualmente mano a mano che cresce il valore dell’indicatore della situazione economica equivalente, fino ad annullarsi in corrispondenza di un Isee pari a 40.000 euro. I minori che hanno ricevuto l’assegno unico per i quali risulta la presenza di un solo genitore, poiché l’altro risulta deceduto, sono pari a circa 80mila.
Nel complesso la spesa per la prestazione di sostegno ha consumato tra marzo 2022 e febbraio 2023 oltre 15 miliardi di euro.

Così l’Osservatorio sull’assegno unico dell’Inps, secondo il quale ci sono stati pagamenti per più di 1,2 miliardi di euro al mese nel 2022 e per più di 1,4 miliardi al mese per i primi due mesi del 2023, con riferimento in media a 5,3 milioni di richiedenti e a 8,5 milioni di figli al mese. Gli importi dell’assegno (e le relative soglie Isee) per il 2023 sono stati adeguati all’inflazione (8,1%). L’importo medio mensile per ciascun figlio è passato da 146 euro nel 2022 a 165 euro nel 2023. L’importo medio per richiedente da 233 a 262 euro. Gli importi variano in modo consistente a seconda del numero di figli, con 146 euro medi a febbraio 2022 in caso di un solo figlio e 1.816 euro medi in caso di famiglie con almeno sei figli. 
 

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