Lo scalo D'Annunzio di Montichiari è sempre più stretto nella morsa di interessi divergenti: quelli della veronese Catullo, che vede sciogliersi il patto di sindacato che ha tenuto insieme la galassia azionaria dei piccoli comuni del sistema del Garda (ora impossibilitati a irrorare nuove risorse), e quelli di Save, che di fatto controlla l'aeroporto scaligero per lo sviluppo del quale urge investire 50 milioni.
I conti di Verona tornano, quelli di Montichiari fanno segnare profondo rosso. E il mondo bresciano leva gli scudi, appellandosi all'ENAC perché metta a gara la concessione, confidando su una newco e tornando a strizzare l'occhio a SACBO, la società di gestione dell'aeroporto di Bergamo.
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