Entro gennaio del prossimo anno 9 milioni di famiglie che ancora sono sul mercato tutelato, dovranno cambiare operatore. Se non lo faranno autonomamente, le loro utenze finiranno “all’asta”. Il decreto ministeriale che disciplina questo passaggio, è in discussione in questi giorni alla Camera dei deputati. Le aste, prevede il decreto, saranno svolte a livello territoriale (l’Antitrust ha chiesto che il bacino non sia superiore a 200 mila utenti). Nessun operatore potrà “accaparrarsi” più del 35 per cento del totale dei territori. I clienti che verranno “aggiudicati” potranno rimanere con il nuovo operatore con le tariffe di aggiudicazione per quattro anni. Poi se non sceglieranno un gestore sul mercato libero, verranno automaticamente trasferiti tra i clienti “non tutelati” dell’operatore che si è aggiudicato l’asta che dovrà applicare la sua migliore tariffa. La domanda dunque, è cosa conviene fare, rimanere nel mercato tutelato e attendere le aste o cambiare subito gestore. Difficile rispondere a questo quesito. Il meccanismo delle aste è stato già usato per le piccole imprese e per quelle “micro”, come i piccoli esercizi commerciali. In molti territori i gestori hanno offerto sconti sostanziosi per accaparrarsi i clienti e, dunque, i prezzi sono risultati persino più convenienti di quelli del mercato tutelato. Ma oggi anche sul mercato libero si trovano prezzi molto convenienti, anche considerando che il prezzo del gas, al quale è agganciato il costo dell’elettricità, è in discesa costante dai picchi dello scorso anno. Intanto proprio sul mercato libero si registra un boom delle attivazioni di contratti non richiesti. E per capire i meccanismi delle truffe può essere utile un esempio che fa parte di uno spot presentato ieri da Facile.it e Consumerismo che hanno lanciato il progetto Stopalletruffe.it un sito dove trovare gli strumenti per riconoscere i rischi ed evitare di cadere in trappola. Il telefono squilla. All’altro capo una voce femminile parla con tono calmo e suadente. «Ciao caro, sono tua mamma. Ti ho cresciuto per una vita. Mi potresti ricordare come ti chiami?». Chi ricevesse una telefonata del genere avrebbe difficoltà a credere che all’altro capo della cornetta ci sia effettivamente la genitrice.
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Eppure telefonate di questo tono ne arrivano a milioni.
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