Una aspirazione che deve fare i conti con la guerra commerciale e a colpi di tweet (l'ultimo nella serata di ieri) innescata dal presidente Usa Donald Trump con il suo omologo cinese Xi Jinping. Determinante quanto accadrà nei prossimi giorni e settimane, proprio perché la kermesse aeronautica parigina è il luogo depositario degli accordi di vendita e prelazione delle macchine che andranno a incrementare le flotte delle compagnie aeree operanti sui mercati in cui la domanda di trasporto cresce maggiormente.
Chiaro che riduzione degli ordini cinesi di velivoli Boeing è una delle minacce che aleggia, a tutto vantaggio di Airbus. Senza dimenticare le ambizioni del Dragone di sviluppare il C919, bimotore di linea a corto e medio raggio, ad ala bassa, il cui progetto è stato avviato all'inizio del decennio dall'industria aeronautica statale Comac (Commercial Aircraft Corp of China Ltd). Un velivolo destinato a diventare un forte competitor dell'Airbus 320 neo e del Boeing 737 Max. Sono 97 gli esemplari del velivolo di nuova generazione costruito a Seattle, adottate dai vettori cinesi e messo a terra in attesa di rivolvere il problema al software di volo che ha causato i disastri aerei nell'ottobre 2018 e nel marzo 2019. Da qui a un mese Boeing sarà impegnata a dare risposte certe e riguadagnare credibilità su tutti i fronti, per il presente e soprattutto il futuro, guardando soprattutto alla Cina che stima di acquisire 7690 velivoli commerciali a medio e lungo raggio entro il 2037 per soddisfare la domanda interna di trasporto aereo.
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