Spotify, debutto ok a Wall Street: vale quasi 30 miliardi di dollari

Spotify, debutto a New York. Titolo a 140 dollari, +18%
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Martedì 3 Aprile 2018, 19:04 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 15:02
Spotify, il leader mondiale della musica in streaming, è sbarcato con il simbolo 'Spot' alla Borsa di New York con un prezzo di 165,90 dollari per azione e una capitalizzazione di mercato di 29,5 miliardi di dollari. Un risultato superiore alle attese, nonostante le turbolenze di una Borsa che sta soffrendo per i timori di una guerra commerciale mondiale, per lo scandalo dei dati Facebook-Cambridge Analytica e per i ripetuti attacchi di Trump ad Amazon, che resta volatile per le accuse del tycoon di fare soldi a spese delle poste americane. Spotify è poi calata sino a 156 dollari ad azione, in rialzo comunque del 18% rispetto al prezzo di riferimento per la quotazione che era stato fissato dal Nyse a 132 dollari per azione.

Quello di Spotify potrebbe essere il maggior debutto tecnologico del 2018, avvenuto a ruota di quello di Dropbox, il 23 marzo scorso. Si tratta della terza più grande quotazione hi tech in Usa, dopo Alibaba, che finì il suo primo giorno di scambi con un valore di 233,89 miliardi di dollari, e di Facebook (81,74 mld dlr). La casa svedese guidata da Daniel Ek ha già una valorizzazione superiore a quelle odierne di Twitter (20,6 mld dlr), Snap (17,1 mld dlr) e Dropbox (13,1 mld dlr). Spotify si è quotata non con la tradizionale Ipo (initial public offering) ma con il meccanismo più semplice e meno costoso per determinare il prezzo iniziale delle azioni, quello della «quotazione diretta». Addio dunque al tradizionale road show che solitamente accompagna una Ipo, con l'ambizione dell'azienda di rendere più trasparente l'accesso in Borsa.

Nessuna forchetta quindi per il valore di partenza, anche se il Nyse aveva fissato il prezzo di riferimento iniziale della quotazione a 132 dollari, proiettando la valorizzazione del gruppo a 23,5 miliardi di dollari.
Il debutto è stato molto più lusinghiero ed ora i due fondatori della piattaforma di streaming musicale, Daniel Ek e Martin Lorentzon, entrano di diritto nel club dei miliardari: il 35enne amministratore delegato Ek, con una quota del 9,2% nella società, ha una ricchezza di 2,8 miliardi di dollari mentre quella del 48enne Lorentzon, col 12,25%, arriva a 3,7 miliardi di dollari. Nessuno dei dirigenti della società era presente a Wall Street per l'esordio del titolo, rompendo una tradizione. All'esterno una bandiera svizzera in omaggio alla società: un errore cui ha velocemente rimediato il Nyse. La piattaforma lanciata a Stoccolma nel 2008 ha rivoluzionato le abitudini sulla musica. Ora conta 157 milioni di utenti in oltre 60 Paesi, e 71 milioni di abbonati che pagano per accedere a tutte le prerogative della app. Cifre che rappresentano circa il doppio - secondo Spotify - di quelle del più diretto concorrente, Apple Music.
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