Caffè con il bancomat, multe ai negozianti che non lo accettano

Caffè con il bancomat, multe ai negozianti che non lo accettano
di Umberto Mancini
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Domenica 15 Ottobre 2017, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 11:36

ROMA Arriva la multa per chi non accetta il bancomat o la carta di credito per i pagamenti. La “rivoluzione” scatterà con la manovra economica e diventerà operativa nel 2018. Il blitz porta la firma del vice ministro dell’Economia Luigi Casero che ha inserito la norma nella legge di bilancio che verrà varata domani. Con l’obiettivo dichiarato di tagliare le gambe all’evasione fiscale e, allo stesso tempo, modernizzare il sistema. 

I DETTAGLI
La nuova regola cambia davvero tutto. Se il commerciante, il professionista o l’artigiano, idraulici in testa, non accetteranno il denaro elettronico, ovvero di essere tracciati, scatterà una sanzione di 30 euro ogni volta che il pagamento sarà rifiutato. «Si tratta - spiega al Messaggero il vice ministro dell’Economia Luigi Casero - di una sanzione quasi simbolica, ma che indica una cambio di marcia importante». Una volta inserita in manovra, l’impianto normativo verrà poi messo a punto per evitare distorsioni. «Tabaccai e benzinai - spiega sempre Casero - sono sostanzialmente favorevoli, ma chiedono una riduzione delle commissioni bancarie, altrimenti sarebbe anti economico dotarsi di Pos». Insomma, oltre alla categorie interessate, sarà necessario coinvolgere le banche e chi gestisce le cards per trovare un accordo sui costi.
Di fatto però la bozza del decreto attuativo del ministero dell’Economia e di quello dello Sviluppo Economico è pronta e dovrà dare sostanza ad un vecchio progetto già contenuto nella legge di stabilità del 2016, quello che prevedeva appunto l’obbligo per esercenti e professionisti di dotarsi di Pos (la famosa macchinetta che legge le carte). Ora la manovra 2017 prova a completare il cerchio.

«Va detto subito - spiega Casero - che non bisogna ridurre tutto alla multa per chi non usa il Pos. Lo scopo è inserire questa norma in un contesto più ampio per spingere tutto il sistema ad un deciso spostamento verso i pagamenti elettronici in Italia». E in effetti oltre a Pos, bancomat e carte di credito, Casero vorrebbe inserire in prospettiva anche le App, tra le modalità di pagamento, dando così una svolta complessiva. Visto che l’Italia, secondo gli ultimi dati della Bce, è fanalino di coda in Europa sia come somme pagate con le carte elettroniche, sia come numero di operazioni all’anno.

LA CONDIVISIONE
Ma le novità non si fermano qui. Si ragiona anche sull’ipotesi di concedere un piccolo sgravio fiscale a chi usa la carta per saldare il tappezziere, pagare il tassista o la parcella del medico o del notaio. I fronti aperti riguardano come accennato sostanzialmente tabaccai e benzinai. L’obiettivo è ridurre i costui del Pos per entrambi, costi che superano i guadagni ad esempio quando si paga il bollo o una multa dal tabaccaio o la verde alla pompa di benzina. Blindando così la norma da eventuali critiche. Tassisti, negozianti e avvocati, tanto per fare altri esempi, possono invece ammortizzare facilmente le spese legate alla tracciabilità. 

I PROFESSIONISTI
«Abbiamo incontrato anche i rappresentanti delle banche e quelli delle carte di credito - aggiunge ancora il vice ministro - per individuare delle soluzioni e ridurre i costi, che, va detto, in Italia sono tra i più elevati d’Europa».
Da sciogliere poi il nodo dell’obbligo di Pos per una serie di professionisti che non sono a diretto contatto con il pubblico.

Un esempio è quello degli avvocati di studi legali associati che fatturano solo al proprio studio e che da questo vengono pagati con bonifico. Un altro è quello dei giornalisti free lance che verrebbero esentati dall’utilizzo della macchinetta. Lo scopo finale è dare una spallata decisiva a chi nasconde i guadagni e, spesso, naviga nel sommerso, aggirando le regole.

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