Eni, petrolio e Val D'Agri pesano sui conti ma obiettivi confermati. Giù in Borsa

Claudio Descalzi
di Roberta Amoruso
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Venerdì 28 Ottobre 2016, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 19:17
Il prezzo basso del petrolio, si sa, continua ad avere il suo peso sui conti di Eni. Se a questo si aggiunge l’effetto dello stop in Val d’Agri, allora si spiegano i numeri del terzo trimestre  con una perdita netta pari a 0,56 miliardi, mentre quella adjusted è pari a 0,48 miliardi. Numeri che portano il risultato netto dei primi nove mesi dell’anno in rosso per 1,39 miliardi (con quello adjusted per 0,80 miliardi). Per il consensus degli analisti, cioè la media delle stime, è peggio di quanto si aspettava il mercato, almeno sul risultato netto. Così il titolo Eni ha avuto un brusco risveglio fino a toccare un calo del 3,5% prima di limitare un po’ le perdite. Anche perchè è un po’ tutto il settore a livello internazionale a perdere quota in una giornata segnata dall’ennesimo calo del greggio.

Il punto è che se arrivano segnali positivi dall’E&P (Exploration&Production), la divisione G&P (Gas&Power) continua a soffrire. Ciònonostante, visto da Mediobanca, l’attività di vendita di gas ed elettricità continua ad essere un «must have» per gli investitori di lungo periodo che vogliono sfruttare il recupero del prezzo del petrolio. Senza contare che secondo gli stessi analisti le vendite potenziali di asset in Egitto e Mozambico possano permettere al gruppo di mantenere l’attuale pay out anche nel 2017-2018. Tanto per smentire chi in Borsa ha ipotizzato anche un taglio del dividendo.

Per gli analisti di Icbpi conta molto che «continui ad andare molto bene l’attività esplorativa con il superamento di oltre il 60% della guidance rivista a luglio». Insomma, nonostante il calo nella generazione di cassa, per alcuni analisti i numeri Eni sono sostanzialmente in linea con le attese.

Del resto Claudio Descalzi ha fatto sapere che obiettivi e strategie non si toccano. «Le strategie e gli obiettivi di gruppo, comprese le cessioni, restano confermati», dice il numero uno del gruppo. Che ripercorre un terzo trimestre in cui «abbiamo compiuto tre fondamentali passi nella messa a regime del nostro portafoglio upstream: la stabilizzazione a plateau della produzione di Goliat, il riavvio di Kashagan ed il ramp-up di Nooros, testimonianza del successo della nostra strategia esplorativa che privilegia la riduzione del time-to-market». Questi risultati, insieme al riavvio della produzione in Val d’Agri, «consentiranno di rinforzare dal quarto trimestre la generazione di cassa che beneficia al contempo della riduzione dei costi di sviluppo e di estrazione».

Continuano inoltre, dice ancora Descalzi, «gli sforzi per la messa in produzione in tempi record di Zohr, mentre buone notizie arrivano anche da Coral, in Mozambico, per il quale abbiamo firmato il contratto di vendita del gas, altro passo fondamentale per l’avvio della fase costruttiva del progetto». Nei business mid-downstream, «tutti positivi in termini di free cash flow nonostante il contesto negativo, prosegue la realizzazione dei piani di ottimizzazione mentre nel trimestre abbiamo dato avvio alla fase esecutiva del nostro nuovo piano di produzione di energia da fonti rinnovabili».
 
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