I PASSAGGI
L'iter non è però semplicissimo. I potenziali interessati hanno già avuto modo di acquisire la certificazione dei propri requisiti, sempre presso l'Inps; ma mentre per questa prima procedura si potevano usare alternativamente le credenziali dell'istituto o lo Spid di secondo livello (il sistema di autenticazione unico della Pa) per la domanda vera e propria è disponibile solo quest'ultima opzione, decisamente meno diffusa: al momento ne dispongono circa 2,3 milioni di cittadini.
La procedura comprende in realtà più domande diverse: la proposta di contratto di finanziamento, la proposta di contratto di assicurazione, l'istanza di accesso al fondo di garanzia, e infine la domanda di pensione di vecchiaia. Possono chiedere l'Ape coloro che hanno almeno 63 anni di età e si trovano in vista del pensionamento (al massimo 3 anni e 7 mesi). Nella domanda il richiedente dovrà indicare sia l'istituto finanziatore cui richiedere il prestito sia l'impresa assicurativa alla quale richiedere la copertura del rischio di premorienza: infatti il finanziamento dovrà essere restituito in venti anni una volta maturata la pensione vera e propria, ma in caso di decesso prima di questo termine interverrà la polizza, senza oneri a carico degli eredi. La scelta di banca e assicurazione tocca al pensionando, ma di fatto per quanto riguarda gli istituti di credito al momento è disponibile solo Intesa Sanpaolo.
Dunque ci sono pochi giorni di tempo per gli interessati potenzialmente destinatari di arretrati. Questo percorso particolare dipende dai tempi lunghi di questo progetto: per legge l'Ape volontaria doveva essere in vigore già dal primo maggio 2017 ma una volta superata questa scadenza il Consiglio di Stato aveva imposto, nel suo parere sul provvedimento attuativo, la possibilità di recuperare le somme relative al passato. Resta da vedere se chi si trova in questa situazione troverà conveniente percepire un importo che poi comunque dovrà essere restituito.
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