«Giovane e formosa», ecco la donna "ideale" secondo l'AI: un trionfo di stereotipi

Risponde ai canoni estetici dell’immaginario collettivo maschile. Abbiamo fatto più di una prova, ecco i risultati

Emily Pellegrini, 23 anni e vive a Los Angeles, il finto profilo creato dall'AI che avrebbe ingannato calciatori e atleti
di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 07:29

Giovane, bella per definizione - e costruzione - provocatoria ma non provocante, portavoce di un pensiero filogovernativo, ma intenzionata a dare una scossa al mondo della politica. E, soprattutto, artificiale.

Francesca Giubelli, 24 anni, romana della Garbatella come recita la sua storia, è una modella italiana creata dall’intelligenza artificiale. E sarà la prima a presentare la propria candidatura elettorale. «La presenteremo alle elezioni europee», ci rivelano gli ideatori Francesco Giuliani, Valeria Fossatelli ed Emiliano Belmonte, «l’obiettivo è esortare a riflettere sul peso che l’AI avrà nei prossimi anni sulla politica, dalle campagne elettorali all’agenda e oltre». Intanto, la sfida è conquistare gli sguardi. Un’impresa non semplice in una realtà che di modelle “artificiali” ormai ne vede così tante da creare confusione tra realtà e digitale. Un esempio, la sensuale Emily Pellegrini, che avrebbe “ingannato” più calciatori noti, interessati a un - vero - appuntamento.

I CANONI

Insomma, la bellezza perfetta non esiste, ma c’è. E seduce la Rete. Davvero. Il segreto? Il rispetto di canoni stereotipati condivisi, una “vetrina” irrinunciabile. Abbiamo cercato di capire i motivi di tanta attenzione e, soprattutto, del grande fascino esercitato da queste donne inesistenti ma ben visibili, anzi osservate, seguite, ammirate. Per farlo, abbiamo lavorato con vari programmi gratuiti per generare immagini e comprenderne meccanismi e anche stereotipi. Prima ancora, però, abbiamo chiesto proprio agli imprenditori che hanno ideato la bellezza romana le ragioni di questi canoni. «Abbiamo dato vita a Francesca come esperimento social per parlare di made in Italy in modo innovativo - dice Fossarelli - Abbiamo creato l’immagine della donna mediterranea perfetta per farla entrare nel panorama internazionale delle influencer virtuali, ma mentre molte di queste modelle poi vengono usate anche su siti come Onlyfans, noi vogliamo proporre contenuti. Francesca è stata attaccata per un post in cui sono riportate le parole del Papa, come se la religione fosse materia vecchia, non da giovani».

Largo, perciò, a una bellezza artificiale dai contenuti reali - «creati da noi con una sceneggiatura, poi riscritta dalla AI a darle una suggestione meccanica» - e con un aspetto fisico decisamente realistico, nonché a giudicare da commenti e richieste, non solo desiderabile ma desiderato. «Abbiamo seguito un’idea di bellezza canonica, con colori mediterranei, seno naturale e non esagerato. Vogliamo che sia bella e giovane, sì, ma normale», ribadisce Belmonte.

IL CONFRONTO

Diversa dalle “colleghe” e rivali, sempre più numerose, provocanti, sexy. A ben guardare i canoni sono chiari: capelli lunghi, sguardo intenso, spesso ammiccante, curve prosperose e ben esposte. È così per Emily Pellegrini, appunto. E anche per la spagnola Aitana Lopez, la statunitense Lexi Love, la scandinava Milla Sofia e altre. Differenti per acconciatura, provenienza, stile, hanno in comune la perfezione e tutte finiscono per mandare il medesimo messaggio: la realtà di immagine e corpi non è più “abbastanza”, bisogna andare oltre. Una sfida che vede in primo piano, forse sarebbe meglio dire in prima linea, ancora una volta le donne, chiamate a confrontarsi con la perfezione dell’immaginario. E, quindi, condannate a perdere. Inevitabilmente. Perché, lo spiega bene Bing Ai, cui abbiamo appositamente chiesto come debba essere la donna ideale. «La donna ideale dovrebbe essere intelligente, brillante, ottimista, divertente, forte, combattiva e lottare per ciò in cui crede», è stata la risposta. Già. Ma, con buona pace di quanto “chattato” prima, poi la AI ha aggiunto: «Ricapitolando, dovrebbe essere prosperosa, seducente, intelligente, ironica e giocosa». Come dagli alti ideali la definizione sia passata alle curve non è dato sapere. O quasi. A “nascondersi”, in realtà mostrandosi, dietro le modelle artificiali, sono stereotipi e cliché, che poi, in un circolo vizioso, attraverso le stesse modelle, si riaffermano e diffondono. «La AI si basa sul pensiero umano, quindi anche su stereotipi. Per farli cadere occorrono tempo e volontà - spiega la psicologa Paola Medde, consigliera Ordine Psicologi del Lazio - le nostre menti sono resistenti al cambiamento e la AI rafforza i cliché, diffondendo quelli del gruppo dominante». Si va verso un modello unico? «Lo stereotipo di un gruppo diventa quello di tutti, lasciando però a ognuno la sensazione, falsa, di essere libero di scegliere - continua - Occorrono tempo e riflessione per svincolarsi dai canoni, ma lo spazio per il pensiero è sempre meno».

L’ESPERIMENTO

A questo punto, per approfondire il metodo, abbiamo provato a creare una nostra bellezza artificiale, usando vari programmi gratuiti. “Donna” e “ragazza” sono tra le parole più cercate, pressoché in tutti. E “giovane” pare criterio dato per scontato. Lasciare libera la AI di creare una «bella italiana di mezza età» significa avere l’immagine all’incirca di una trentenne. Basta specificare dai 40 anni a salire per vedere un rapido decadimento, fatto di borse sotto gli occhi sempre più pesanti, rughe marcate, capelli bianchi, perfino sguardo meno luminoso. Anche il sorriso si “spegne”. E l’immagine che ne deriva è molto più matura di quella di una coetanea in carne, ossa e segni del tempo. Se si chiede genericamente una «supermodella italiana», la AI propone giovani curvilinee, dai lunghi capelli neri. Quando si cominciano a definire i dettagli, si scopre che la richiesta di «labbra morbide» porta con sé anche uno sguardo più ammiccante. E così via. I limiti ci sono, ma sono facilmente aggirabili. Nella modalità “anime”, basta inserire nella descrizione una giarrettiera per vedere il seno diventare esplosivo, malamente tenuto a freno da bikini o simili. Piacciono di più le bellezze reali o quelle artificiali? Bing AI ammette che possono «essere apprezzate entrambe», ma poi propone come esempi Lexi Love ed Emily Pellegrini. Dunque costruisce e diffonde cliché, disparità. E, a domanda mirata, risponde con precisione: «Nella maggior parte dei casi vengono generate giovani donne bianche, con visi perfetti e corpi sinuosi». E i modelli maschili? Il più noto “bello” della AI è Eren Kartal creato dalla statunitense Rosanna Ramos, che ha annunciato di averlo ideato e sposato, facendo correre notizia e volto sul web. Ha capelli scuri, occhi chiari, pelle liscia, senza, inevitabilmente, tracce del vissuto. E, a ben guardare, è questo ciò che si chiede all’ideale da AI: far dimenticare il “peso” della realtà, con le malinconie e i segni degli anni che avanzano. Così stereotipi vecchi di secoli comunicano l’emozione “artificiale” di sogni e desideri sempre nuovi. 

I TEST

Bruna, curvilinea e sensuale è la supermodella italiana AI

Ha lunghi capelli lisci a incorniciare il viso, pelle lievemente abbronzata, sguardo intenso e labbra carnose la “supermodella italiana”, creata dall’intelligenza artificiale, con Perchance. Chiedendo più immagini, le varianti sono minime e riguardano soprattutto gli occhi, proposti anche chiari

Somiglia ad Ana de Armas il nostro esempio femminile

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Ciocche viola e labbra rosa per una bellezza da film

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Muscoli bene in mostra anche l’uomo segue il cliché

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