Alla scoperta delle super scienziate: in tv 14 donne di talento a confronto

Alla scoperta delle super scienziate: in tv 14 donne di talento a confronto
di Valeria Arnaldi
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Sabato 1 Ottobre 2022, 16:11

Bice Fubini, che ha condotto i primi studi sui danni dell'amianto, da inizio anni Ottanta, ma anche Elisa Cimetta, docente all'ateneo di Padova dal 2018. Marina Cavazzana, classe 1959, che negli anni Novanta ha sperimentato le prime terapie geniche, ed Elisa Oricchio, nata nel 1979, che dal 2009 lavora al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. Ancora, Antonella Viola, che ha portato a termine fondamentali studi sul sistema immunitario, Luigia Carlucci Aiello, mamma italiana dell'Intelligenza Artificiale. E molte altre.


IL DIBATTITO
È un confronto tra visioni, esperienze e anche ostacoli, più o meno difficili da superare, legati a questo o quel decennio, a farsi cuore del programma Scienziate di Progetto Scienza di Rai Cultura, che, dopo l'avvio, ieri, proseguirà ogni venerdì, alle 21, su Rai Scuola (canale 57). In primo piano, storie - e voci - di quattordici tra le scienziate italiane più note della scena contemporanea, anche internazionale. Ogni puntata è dedicata a una disciplina, dalla Genetica all'Intelligenza artificiale, dalla Chimica a Fisica, Scienze dell'Ambiente e dello Spazio. Protagoniste, due scienziate specializzate nel medesimo ambito ma nate in decenni differenti, per mostrare l'evoluzione - o involuzione - del settore nelle questioni di genere. A condurre il programma, l'astrofisica e divulgatrice Edwige Pezzulli, romana, 34 anni, tra le fondatrici di WeSTEAM Italia, realtà nata per contrastare gli stereotipi di genere. Anzi, di genere nella scienza. Proprio ciò che intende fare il programma, tra testimonianze, dibattito, nonché focus con filosofe, linguiste, sociologhe.


I TRAGUARDI
«Il programma è nato per raccontare vite e difficoltà di scienziate di successo, offrendo così modelli femminili alle bambine - spiega Pezzulli - d'altronde il problema della rappresentazione delle donne nella scienza è evidente. Si va anche oltre gli esempi per indagare le ragioni alla base della mancanza di donne nelle discipline scientifiche». Le cause sono da ricercare negli stereotipi diffusi, interiorizzati ma spesso non percepiti, che viziano sguardi e modo di pensare. «Si pensa sempre che la scienza sia una disciplina neutra, ma non è indipendente dalle persone che se ne occupano. La diversità è un arricchimento negli studi. Gli effetti di una scienza fatta soltanto dagli uomini si vedono. Se i trial clinici sono condotti esclusivamente sul corpo maschile, questo diventa la norma. Se si creano algoritmi per il riconoscimento facciale ma si usano solo volti maschili, quelli femminili automaticamente non saranno riconosciuti». Da qui, l'idea di narrare vite, ostacoli, traguardi di più scienziate. Ecco allora, Simonetta Di Pippo, direttore SEE Lab, già direttore Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico, Valeria Ferrari, docente di Fisica Teorica alla Sapienza a Roma, Francesca Coscia, biochimica strutturale e capogruppo Human Technopole. Poi, Elena Paoletti, Giuditta Celli, Alessandra Sciutti, Francesca Tria, Ilaria Cinelli. Ospiti fisse, la linguista Vera Gheno e la sociologa Camilla Gaiaschi. Senza dimenticare esperienza e sguardo della conduttrice. «Laureata in Astrofisica - racconta Pezzulli - mi sono concentrata sullo studio dei buchi neri, ho conseguito il dottorato, poi ho vinto una posizione di ricerca negli Usa ma ho deciso di non partire e dedicarmi alla divulgazione scientifica. Oggi la situazione per le donne nella scienza è migliorata rispetto ai decenni precedenti, ciò non significa che non ci siano ostacoli, sono meno evidenti, più difficili da riconoscere». Si comincia dalla percezione all'interno della comunità scientifica. «Una cosa di cui prima non mi accorgevo e che ho imparato a notare è che se contraddico dei colleghi, mi rispiegano quello che hanno detto come se non avessi capito».
 

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