King è conosciuto per la sua fede democratica e per l'appoggio ad Obama, ma le sue posizioni non sono sempre in linea con quelle del partito. Nella lontana periferia del Maine dove vive, custodisce a casa tre pistole alle quali non intende affatto rinunciare.
VIDEOGIOCHI
Quattro anni fa è intervenuto nel dibattito contro i videogiochi violenti per difendere chi li realizza e li fa circolare. Ma di fronte all’intransigenza di chi rifiuta persino di parlare di controlli più stretti sulla circolazione di armi, non ha molta pazienza: «Fatemi dire che la posizione “Questo è quello che io penso, e il resto del mondo può andare a farsi fottere!” non è moralmente difendibile». Nello scritto ha usato il linguaggio dell’uomo comune, nel tentativo di raggiungere il cuore di chi come lui è sospeso tra il desiderio di conservare il diritto costituzionale al possesso delle armi, ma allo stesso tempo ha qualche dubbio di fronte alla strage di Newtown e di quelle che le hanno fatto seguito nell’ultimo mese. Negli ultimi anni dopo il grave incidente automobilistico che ne ha minato la salute e la resistenza alla scrivania, ha rallentato notevolmente la sua produzione letteraria. Ma questa volta ha scritto il suo saggio di getto, nella fretta di far sentire la sua voce nel dibattito pubblico, come di rado accade tra gli intellettuali americani.
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