Giorgio Ursicino
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di Giorgio Ursicino

Roma, sfida nel silenzio: l'E-Prix più bello del Mondiale di FE nella Città Eterna

Un Jaguar al Colosseo Quadrato dell'Eur
di Giorgio Ursicino
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Sabato 9 Aprile 2022, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 06:38

Per un giorno, anzi per un weekend, Roma torna in pole nel palcoscenico degli eventi globali. La Città Eterna, infatti, dà il benvenuto ad una prestigiosa doppia tappa del Campionato Mondiale di Formula E. La serie dedicata alle monoposto elettriche, quelle senza emissioni e senza rumore, che ha l’obiettivo di anticipare il motorsport del domani facendo da apripista alla mobilità del futuro che presto conquisterà il mondo. La metropoli dal punto di vista storico senza rivali, oltre a mettere a disposizione il suo fascino unico, ha steso il “red carpet” nei vialoni dell’Eur dove i bolidi a elettroni daranno spettacolo. Sarà un caso ma, nell’ormai lontano 2014, Alejandro Agag, l’inventore spagnolo della “formula pulita”, fece di tutto per far disputare il primo E-Prix della storia all’ombra degli antichi romani. Prima di “ripiegare” su Pechino, un’altra città imperiale sicura protagonista del tempo che verrà.

Il quartiere intorno al Colosseo Quadrato si è guadagnato in fretta l’appellativo di «migliore appuntamento della stagione», sia come scenografia e spettacolarità del tracciato (è il più lungo del Circus), sia come perfezione organizzativa non sempre riconosciuta al nostro paese. Sono passati solo 4 anni dal primo Roma E-Prix. Era la primavera del 2018. Quest’anno si disputano le gare “cinque” e “sei” poiché nel 2020 non si è corso a causa del lockdown, ma già nel 2021 la battaglia, a furor di popolo, era già diventata doppia. Per quasi tutti i piloti vincere qui è il massimo, un po’ come Monza o Montecarlo in Formula 1.

Quattro anni, un periodo tutto sommato breve ma intenso, in cui eventi epocali hanno cambiato lo scenario del globo terracqueo: prima la pandemia e poi la guerra tuttora sul tappeto. In questo quadro un po’ complesso, la mobilità non ha alzato il piede nel tragitto della transizione ecologica. Anzi ha accelerato, soprattutto in Europa, nell’iter verso la decarbonizzazione che porterà in alcuni anni all’azzeramento della CO2 considerata complice dei cambiamenti climatici. In poco tempo è cambiato l’approccio.

La consapevolezza. Con l’aiuto degli entusiasti costruttori, pronti ad investire nelle doti superiori delle auto a batterie. Nel 2018 ancora non era metabolizzato il messaggio che le vetture ad elettroni potevano competere da tutti i punti di vista con le “vecchie” rivali termiche.

Oggi, quasi tutti hanno capito che questo è un passo epocale, il cambio di testimone fra passato e futuro che presto monopolizzerà la Terra. In questo habitat la FE cresce e si rafforza. Dai sogno è passata alla realtà nell’immaginario della gente, soprattutto nelle nuove generazioni. Consapevoli che, sia lo sport che lo spettacolo, possono tranquillamente convivere con il rispetto ambientale. Lo scorso anno il Campionato ha ricevuto il timbro federale di “Mondiale” e i titoli sono andati alla Mercedes e De Vries, già abituati ai trofei importanti. Le Frecce d’Argento hanno dominato quasi tutto l’ultimo decennio in F1, l’olandese Nick era il campione in carica dell’ambita serie cadetta. I costruttori impegnati sono talmente tanti che è normale che qualcuno esca ed altri entrino.

I tedeschi di Audi e BMW hanno deciso di lasciare (quest’anno lo farà anche Mercedes), nel 2023 esordirà la regina Maserati che, dopo oltre mezzo secolo, torna ufficialmente nelle competizioni tra monoposto per accompagnare il progetto Folgore, la completa elettrificazione di tutta la gamma. La squadra modenese ha deciso di unire le forze con il team di Montecarlo Venturi guidato da Susie Wolff (la moglie di Toto) che quest’anno è in testa sia alla classifica Costruttori che a quella Piloti.

Per ufficializzare il debutto, oggi all’E-Prix casalingo saranno presenti il Ceo del Tridente Davide Grasso insieme a quello di tutto il gruppo Stellantis Carlos Tavares. Il manager portoghese è un autentico appassionato-intenditore di Motorsport, avendo nel corso della sua “carriera” partecipato a numerose gare, e butterà un occhio anche al team DS, altro marchio della sua galassia. La Jaguar tiene alto il nome della ambiziosa scuola britannica (anche con i piloti), Mahindra di quella giovane indiana, Nissan del Giappone, Nio della Cina. Più di così.

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