Violenze sulla moglie, passa sei mesi in carcere ma al processo la cognata lo scagiona: rimesso in libertà

Violenze sulla moglie, passa sei mesi in carcere ma al processo la cognata lo scagiona: rimesso in libertà
di Manlio Biancone
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Lunedì 29 Maggio 2023, 08:09

Era finito in carcere per presunte violenze fisiche alla moglie davanti alla figlia minore, ma l'altra mattina, durante il processo, la cognata lo ha scagionato e il pubblico ministero ne ha chiesto l'immediata scarcerazione. L'uomo, un rumeno 53enne di Avezzano, a novembre dello scarso anno era stato arrestato, dopo la denuncia della moglie, anche lei rumena, che aveva riferito di plurimi soprusi avvenuti nell'ultimo periodo tra le mura domestiche, sempre per futili motivi. L'uomo, su disposizione della Procura, finì in carcere e lì è rimasto fino a venerdì scorso. La vittima fu costretta a ricorrere anche alle cure del pronto soccorso di Avezzano per varie contusioni. Le botte ricevute sarebbero avvenute sotto gli occhi della figlioletta. Secondo il racconto della donna, l'uomo l' avrebbe aggredita sia a mani nude che lanciandole addosso degli oggetti trovati in casa. Poi è arrivato l'arresto dei carabinieri.

Sono passati sei mesi e il presunto aggressore non è più uscito dalla casa circondariale perché ritenuto pericoloso. Ma l'altra mattina il colpo di scena, davanti ai giudici del collegio del tribunale di Avezzano: la sorella della moglie, incalzata dalla difesa dell'imputato, avvocato Mario Del Pretaro, ha dichiarato di non aver mai assistito ad aggressioni, ma solo a litigi.

Si sarebbe trattato, stando alla deposizione della donna, di semplici contrasti di coppia con scambi reciproci di offese, che a volte scaturivano dalla insofferenza della moglie e dai problemi di alcolismo del marito.

Le dichiarazioni della teste davanti ai giudici hanno fatto vacillare l'impianto accusatorio. Ed è per questo che il pm, subito dopo, ha chiesto la revoca della misura cautelare, anticipando la difesa che si è associata alla richiesta. Il tribunale di Avezzano ha disposto l'immediata scarcerazione dell'imputato, ma ritenendo ancora sussistenti indizi di colpevolezza, ha deciso, a carico dell'imputato, il divieto di avvicinamento ad una distanza inferiore a 500 metri dalla donna e il divieto di comunicare con la stessa. L'uomo è stato scarcerato dopo sei mesi e il prossimo 14 settembre verrà ascoltato dai giudici e verrà emessa la sentenza.

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