«Un'esperienza bellissima: si ritorna mamma ogni volta, cresco con loro». Queste sono le prime parole della super nonna, Teresa Chiarini, 72 anni, quando parla dei suoi tredici nipoti (l’ultimo nato un mese fa). E i suoi due figli Massimiliano e Benedetta non hanno intenzione di fermarsi. Più di una squadra di calcio. Il primo ne ha nove, Benedetta ne ha quattro. «Un dono di Dio», aggiunge la nonna originaria di Nereto, in provincia di Teramo, ora residente a San Benedetto del Tronto col marito Giordano Cesarini. Entrambi fanno parte di Comunione e Liberazione: «Ci siamo conosciuti a Rimini nel 1976, da lì è partito tutto, amore, matrimonio, figli e nipoti. Due anni dopo ci siamo sposati. La fede ci ha aiutato molto, ci ha fornito la consapevolezza, senza lamentarci per la stanchezza di accudire i nipoti, cambiando anche città e tutti i rapporti consolidati».
Alle coppie di oggigiorno Teresa dice di «sentirsi dispiaciuta per chi non ha eredi, perché è un’esperienza unica di vita che non può essere sopperita in altro modo, certo poi bisogna vedere le reali motivazioni perché non si hanno figli, ma certe volte ci si lascia prendere troppo dalle problematiche senza valutare appieno la meraviglia di questa scelta». La maestra in pensione (ha studiato all’Istituto magistrale Milli di via Carducci a Teramo) si divide tra casa e Bologna, residenza dei suoi figli: da settembre a giugno lei e il marito fanno tappa in un’abitazione tra San Donato e San Vitale, in una posizione strategica, poi per l’estate è previsto un ritorno in riviera, a casa loro.
Dal pomeriggio, dalle 13 fino alle 20, è un tourbillon di faccende.
Di certo un’istantanea che fa il paio a decadi e decadi fa, quando, ricordano i cosiddetti boomers, le case erano affollate di zie, di nonne e di tanti fratelli e sorelle: «Da me eravamo in quattro, più Antonio e Marianna, i nostri cari genitori». Ora quell’esperienza è ben felice di riviverla a casa dei loro discendenti: «In quest’occasione si è risvegliato anche il mio istinto materno sopito da tempo». I due tornano sulla fede, motore di tutto: «Aiuta molto, tantissimo, perché aiutare i piccoli significa amare Gesù stesso. E poi per Massimiliano e Benedetta i figli sono doni, quindi non si pongono limiti, accolgono le vite con meraviglia».
Certo il trasferimento per tanti mesi significa anche sradicare i loro affetti ed abitudini «ma quegli occhi e sorrisi sono impagabili». Oltretutto il costo per avere famiglie da quattro figli (Benedetta) e da nove (Massimiliano) rappresenta anche uno sforzo economico non indifferente: «Comunque hanno un tipo di lavoro che li ripara da intemperie, ma fanno anche tanti sacrifici che poi sono ripagati, contraggono mutui e cercano di risparmiare, senza inutili fughe in avanti». Oltretutto, fa capire Teresa, in Cl ci si aiuta tutti: «Ad esempio sono andati in vacanza con altri del movimento e quando escono lo devono fare con diverse auto visto il numero complessivo dei viaggiatori».
La nonna riesce ad andare a letto alle 22: la mattina presto ricomincia la conta dei 13. E il bello che Teresa dice di aspettarsi altri nipoti: «E’ sempre un dono di Dio la bellezza di un figlio».