Il medico del 118 aggredito dal giovane paziente: «Io, colpito appena entrato in casa»

A colpire con calci, pugni e morsi medico ed equipaggio è stato un ragazzo di 21 anni, alto un metro e 85 centimetri, corporatura robusta, che soffrirebbe di problemi legati alla sfera psicologica. A chiamale la centrale operativa era stata la madre: "Correre, è agitato, sta male"

Il medico del 118 aggredito dal giovane paziente: «Io, colpito appena entrato in casa»
di Francesco Marcozzi
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 10:03

«Appena aperta la porta della stanza mi ha afferrato, gettato a terra e colpito con pugni e addirittura mi ha morso». Sono state le prime parole che Giuseppe M., medico del 118, ha raccontato ai colleghi del pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova ieri notte dopo essere stato aggredito da un giovane paziente in preda a una crisi psicomotoria. Lui, medico dell’emergenza, ha avuto bisogno delle cure dei colleghi. E poco dopo si sono fatti medicare anche l’infermiere dell’ambulanza e l’autista.
Ormai le aggressioni al personale sanitario sono all’ordine del giorno. A colpire con calci, pugni e morsi medico ed equipaggio del 118 è stato un ragazzo di 21 anni, alto un metro e 85 centimetri, corporatura robusta, che soffrirebbe di problemi legati alla sfera psicologica e che avrebbe già fatto ricorso al Centro di igiene mentale. Sul grave caso ci sono indagini dei carabinieri di Alba Adriatica, intervenuti sul posto, a Villa Rosa di Martinsicuro, in provincia di Teramo.


IL RACCONTO
I componenti dell’equipaggio, chiamati dalla madre del giovane proprio perché in preda a una crisi psicomotorie, raccontano: «Eravamo intervenuti perché chiamati da una donna che ha riferito che il figlio era in stato di agitazione». Il medico del 118, appena entrato nell’appartamento, è stato colpito da un pugno sferrato dal ragazzo ed è caduto a terra. Il giovane gli è poi saltato addosso sferrandogli calci, pugni e morsi. Nel frattempo la porta si è chiusa e il resto dell’equipaggio della postazione del 118 di Giulianova non è riuscito a intervenire per bloccare il giovane e aiutare il dottore. Il medico, però, è riuscito a contenere l’esplosione di violenza, anche se il giovane si è poi scagliato contro l’infermiere e l’autista. Il medico è stato medicato in pronto soccorso per le lesioni, giudicate guaribili in 15 giorni, tra cui un trauma dorsale, così come gli altri due componenti dell’equipaggio. Ma la vicenda non si è conclusa a questo punto.

Perché qualche ora dopo il giovane si è presentato al pronto soccorso sostenendo che lo aveva inviato uno psichiatria di fiducia e chiedeva di essere in qualche modo aiutato dopo la crisi che si era presentata.


LA FUGA
Per questo è stata chiamata la psichiatra di turno in ospedale, ma il ragazzo, appena la dottoressa si è avvicinata, ha cominciato ad aggredirla, in questo caso per fortuna solo verbalmente, per poi darsi alla fuga senza dare più notizie di sé. Per questo i medici hanno avvertito immediatamente i carabinieri, che più tardi lo hanno rintracciato a casa. Sulla vicenda ha preso posizione il direttore generale della Asl teramana, Maurizio Di Giosia. «Non è la prima volta - ha dichiarato - che personale sanitario viene aggredito durante lo svolgimento del proprio lavoro, lavoro che ovviamente comporta dei rischi che comunque bisogna cercare di contenere al massimo, anche con l’aiuto delle forze dell’ordine. Il lavoro del medico e del personale sanitario in genere comporta una forte propensione all’aiuto del prossimo che soffre, ma episodi del genere non possono che preoccupare. Al medico e a tutto l’equipaggio del 118 va la solidarietà della direzione aziendale, oltre all’augurio di pronta guarigione».
Tantissime le testimonianze di solidarietà al medico ferito e all’intero equipaggio del 118 per la brutale aggressione subita, ma c’è stato chi ha voluto avanzare una critica sostenendo che «se un ragazzo è in agitazione perché sta male, vanno chiamate prima le forze dell’ordine e poi vengono fatti intervenire i sanitari». O ancora: «Il personale del pronto soccorso dovrebbe essere munito di taser per evitare situazioni pericolose».

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