Quote troppo alte, i comunisti lasciano il partito: «Devono pagare anche disoccupati, si violano principi marxismo»

Quote troppo alte, i comunisti lasciano il partito: «Devono pagare anche disoccupati, si violano principi marxismo»
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Mercoledì 18 Aprile 2018, 13:22
Quote troppo alte, i comunisti lasciano il partito: «Devono pagare anche disoccupati, si violano principi marxismo». E scatta la rivolta all'interno del Partito Comunista teramano: i vertici del partito, a cominciare dal segretario provinciale Mario Ferzetti e da quello cittadino Mirko De Berardinis, hanno deciso di uscire dall'organizzazione politica del segretario Marco Rizzo, assieme a tutti gli altri iscritti, militanti e dirigenti.





Alla base del clamoroso abbandono, le nuove regole sul tesseramento volute dal Comitato Centrale del Pc, che impongono per l'adesione al partito il pagamento obbligatorio di quote mensili, ritenute troppo elevate dalla base.
Gli esponenti del Pd di teramano non intendono rivelare l'ammontare della quota, ma, stando alle indiscrezioni, si la cifra supererebbe di parecchio i 100 euro annuali.


«Un finanziamento con scadenze fisse anche per disoccupati, studenti, pensionati, precari ed operai - scrivono i vertici teramani -, in aperta violazione del principio marxista 'ciascuno dà secondo le sue possibilità', che da sempre regola la militanza nei partiti comunisti».

Ferzetti e De Berardinis, tengono anche a precisare che
«tutti gli ormai ex iscritti hanno espresso la comune volontà di proseguire insieme il positivo percorso di impegno politico e culturale portato avanti finora sul territorio, terminato per una causa inaccettabile, non imputabile ai sottoscritti: pertanto, nelle prossime settimane, saranno discusse e valutate collettivamente le future modalità d'azione».
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