L'avvocato Colletti: «Il pettine di Padre Pio un’eredità da donare»

L'avvocato Colletti: «Il pettine di Padre Pio un’eredità da donare»
di Mila Cantagallo
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Domenica 15 Gennaio 2023, 10:33

Era il 1952 quando un avvocato pescarese, Giovanni Colletti, chiese a Padre Pio di ricevere in dono il pettine di osso con cui il frate si stava pettinando. «Ma non è nuovo, è sporco» rispose il religioso e, nonostante l’insistenza del professionista, continuò a ravvivare i capelli aggiungendo un vago «Vedremo». L’oggetto desiderato arrivò per posta all’indirizzo di Pescara qualche settimana dopo, accompagnato da un biglietto di Guglielmo Sanguinetti, medico ed amico del futuro Santo, con i saluti e le benedizione del monaco. Episodi di cui fu testimone Domenico Colletti, allora dodicenne, oggi avvocato come il padre Giovanni e devoto di Padre Pio, che per 70 anni ha custodito gelosamente il pettine in una cornice, unitamente alla lettera di Sanguineti.


«I miei genitori si recarono dal frate nel 1950 - racconta il legale - preoccupati per un delicato intervento chirurgico a cui doveva sottoporsi mia sorella. Papà riuscì a fissare un colloquio tramite Angelo Lupi, direttore dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza. All’incontro partecipò solo mio padre mentre mia madre e mia sorella si fermarono a pregare in chiesa. Padre Pio lo accolse con tanta gentilezza e, sorprendentemente, dimostrò di essere a conoscenza di dove fosse il resto della famiglia che lo aveva accompagnato.

Il sacerdote tranquillizzò il suo interlocutore sull’esito dell’intervento chirurgico che, infatti, andò bene». Tra Padre Pio e Giovanni Colletti si stabilì presto un rapporto di amicizia e, su richiesta del sacerdote, il professionista accettò l’incarico di avvocato della Casa Sollievo della Sofferenza. Il legale è morto nel 1963, il figlio Domenico è entrato nel gruppo di studio e ricerche storiche su Padre Pio, che da anni lavora alla ricostruzione della storia architettonica dell’ospedale voluto dal Santo.

Qualche mese fa il professionista ha donato il pettine alla chiesa di Maria Santissima in Sant’Anna a Montemiletto, in provincia di Avellino, il paese di cui erano originari i suoi avi: «In questa chiesa la mia famiglia ha una cappella gentilizia dai tempi del mio bisnonno Giovanni - spiega il fedele -, mio padre è sepolto in questa località. Credo che una reliquia così preziosa debba essere conosciuta e venerata da quante più persone possibile ed all’interno di una casa ciò non sarebbe potuto accadere. Ho sistemato l’oggetto in un quadro, accanto alla lettera del dottor Sanguinetti ed una foto di papà insieme a Padre Pio». La donazione è avvenuta durante una cerimonia a cui hanno partecipato il vescovo di Avellino Arturo Aiello e Mario Trematore, il pompiere torinese che nel 1997 salvò la Sacra Sindone dall’incendio del Duomo. «Con lui è nata un’amicizia - conclude Colletti -. Mario ci ha onorati del dono di alcuni frammenti della teca che lui frantumò per salvare il telo di Gesù. Si trattava di un vetro antiproiettile che non poteva essere rotto da un semplice bastone come quello da lui utilizzato. Mario racconta sempre che, in quel momento drammatico, chiese aiuto a Padre Pio ed il vetro si sbriciolò incredibilmente. Io credo fermamente a tutto ciò e sono felice che il dono di questo coraggioso vigile del fuoco possa essere custodito nella stessa chiesa in cui i fedeli potranno pregare davanti alla nostra amata reliquia».

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