Orsa uccisa, avvistati i cuccioli di Amarena: mangiano bacche e giocano prima del letargo

Gli orsetti non dipenderebbero più dal latte materno e seppur ancora vulnerabili, avrebbero meno probabilità di subire aggressioni mortali, da parte dei maschi adulti o altri predatori.

Orsa uccisa, avvistati i cuccioli di Amarena: mangiano bacche e giocano prima del letargo
di Sonia Paglia
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 15:02

I giovani orsi, figli di Amarena si muovono liberi, in un’area molto vasta  guidati dal loro istinto ora che la mamma non c'è più.  Si alimentano di frutta, bacche e carcasse.  Giocano e si nascondono. Sono attività tutte vitali importanti, in questo periodo della loro esistenza. Almeno per  l’autunno.  I piccoli sarebbero stati avvistati  nelle ore notturne e di prima mattina, anche da alcune persone. A riferirlo è l’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che smentisce  le notizie sulla loro presunta morte.  Come tutti gli orsi, anche i cuccioli di Amarena, in inverno, dovrebbero andare  in ibernazione. Chiaramente dipenderà dalle condizioni climatiche.

Se la stagione rimarrà mite, i due orsacchiotti, potrebbero restare attivi fino all’arrivo della neve e delle temperature fredde.  Per il Parco,  se tutto sarà andato per il meglio, i giovani orsi troveranno un posto a loro comodo ed entreranno in tana, in maniera istintiva. «Una serie di cambiamenti fisiologici - spiega l’ente - andranno di pari passo con la diminuzione del fotoperiodo (cioè del numero di ore di luce) tipico dell’inizio dell’inverno, dell’arrivo della neve, della diminuzione della temperatura. Tutti fattori che porteranno i giovani orsi, in maniera del tutto naturale, ad entrare in ibernazione. In corrispondenza di inverni poco nevosi e con alcune fonti di cibo (tipo ghiande) che rimangono accessibili, alcuni individui possono rimanere anche svegli.

Questo accade più frequentemente proprio nel caso di giovani orsi e femmine con piccoli, che hanno un metabolismo più alto e che potrebbero trovare conveniente continuare a muoversi sul territorio».

Il Pnalm, attraverso il monitoraggio,  valuterà se le loro attività quotidiane resteranno costanti. In caso contrario, si dice  pronto a intervenire per aiutarli. Gli orsetti non dipenderebbero più dal latte materno e seppur ancora vulnerabili, avrebbero  meno probabilità di subire aggressioni mortali,  da parte dei maschi adulti o altri  predatori. E dunque, secondo l’ente Parco, hanno buone possibilità di sopravvivere con le loro forze e di partecipare con il loro patrimonio genetico,  alla sopravvivenza della specie. Catturandoli, subirebbero la manipolazione umana, diventando “confidenti”, come la loro madre.  «Allevare i cuccioli di Amarena per un breve periodo - continua il Pnalm - portandoli a un peso che sia nettamente superiore ai cuccioli della loro stessa età, in natura, potrebbe probabilmente aiutarli a difendersi meglio da eventuali predatori, ma, come sempre, la scelta su come gestire un animale selvatico deve basarsi su un rapporto tra rischi e benefici. Le esperienze internazionali di allevamento di cuccioli orfani in cattività finalizzato al rilascio, ci dicono che esistono dei rischi di assuefazione all’essere umano durante la fase di allevamento. Questi rischi possono essere sì minimizzati seguendo attenti protocolli, ma non eliminati del tutto».

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