Omicidio Cianfrone: ergastolo a Spagnulo, 16 anni alla moglie

Omicidio Cianfrone (foto): ergastolo a Spagnulo, 16 anni alla moglie
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Venerdì 24 Giugno 2022, 08:28

Stava facendo jogging lungo la pista ciclopedonale che costeggia il fiume Tronto nell'Ascolano, una mattina del 3 giugno 2020 quando fu freddato con un colpo in faccia e tre alla schiena mentre stava cercando di fuggire. Ora per Antonio Cianfrone originario di Mozzagrogna, ex vice comandante della caserma dei carabinieri di Monsampolo, è arrivata la scure della giustizia. La Corte d'Assise di Macerata, infatti, ha condannato all'ergastolo Giuseppe Spagnulo, e a 16 anni di carcere sua moglie Francesca Angiulli. I coniugi di origini pugliesi erano accusati in concorso di omicidio premeditato e porto abusivo di arma in relazione all'assassinio del 51enne Antonio Cianfrone avvenuto a Spinetoli (Ascoli Piceno). Il procuratore Umberto Monti aveva chiesto l'ergastolo per entrambi ma la Corte ha riconosciuto alla donna l'attenuante della minima partecipazione. Annunciano ricorso in appello i difensori: imputati respingono accuse. Marito e moglie, difesi dagli avvocati difensori Alessandro Angelozzi, Felice Franchi e Gianfranco Di Marcello, attendono ora di conoscere le motivazioni della sentenza di condanna.

Hanno sempre negato di aver ucciso Cianfrone: i killer arrivarono in moto e freddarono a colpi di pistola l'ex carabiniere lungo la pista ciclopedonale di San Pio X a Spinetoli, mentre faceva footing. Sul pronunciamento della Corte d'Assise hanno avuto un peso rilevante i risultati della perizia balistica secondo cui, sul casco integrale sequestrato a Spagnulo, c'erano due particelle caratteristiche dei residui dello sparo di arma da fuoco.

Stesso esito per le particelle rinvenute sulle manopole della moto. Per il perito «esiste compatibilità tra queste particelle caratteristiche dei residui dello sparo di arma da fuoco presenti sugli stub e le popolazioni di particelle di origine certa, riconducibili alla vittima e non sono riconducibili a contaminazione ambientale».

I due killer in moto, volto ovviamente coperto dal casco integrale, vennero ripresi da diverse telecamere lungo il percorso, comprese quelle di un bar di Spinetoli dove i coniugi Spagnulo furono chiaramente identificati e, con loro, anche gli abiti che indossavano; si trattò di una vera e propria esecuzione alla quale assistettero anche alcuni testimoni. Non essendo stati rinvenuti bossoli sulla scena del delitto, presumibilmente l'assassino utilizzò una pistola a tamburo. L'arma del delitto non è mai stata ritrovata. Secondo il procutore Umberto Monti il movente è da individuare nel profondo rancore servato da Spagnulo e Angiulli nei confronti di Cianfrone, per motivi però mai esattamente chiariti. Cianfrone, padre di due figli, fu riportato in Abruzzo e il funerale fu celebrato nella chiesa di San Rocco e poi tumulato nel cimitero di Mozzagrogna.

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