Eversione nera, in carcere Manni: condanna definitiva a 5 anni e due mesi

Eversione nera, in carcere Stefano Manni dopo la condanna definitiva a 5 anni e due mesi
di Marcello Ianni
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Giovedì 14 Ottobre 2021, 09:33

«Questo è il momento storicamente perfetto per carbonizzare Napolitano e la sua scorta. Da qui deve iniziare la liberazione d’Italia». Per questa e altre affermazioni, oltre ai piani di attentati per uccidere politici e giudici, far saltare questure, prefetture e la sede di Equitalia di Chieti, Stefano Manni, 55 anni di Ascoli Piceno (per un lungo periodo residente a Montesilvano, nell'area metropolitana di Pescara) dopo la condanna a 5 anni e due mesi confermata dalla Corte d’Appello dell’Aquila è stato nuovamente arrestato a poche ore dalla sentenza definitiva della Cassazione. Un blitz in piena regola dei carabinieri del Ros dell’Aquila, diretti dal maggiore Davide Palmigiani in collaborazione con i militari di Ascoli Piceno. Rintracciare l’ex carabiniere, ritenuto il capo del gruppo politico clandestino Avanguardia ordinovista, sgominato nel 2014 dall’operazione “Aquila nera”, condotta in diverse regioni d’Italia non è stato facile: è stato necessario avviare un’attività di localizzazione dell’alloggio dove dimorava, scoperto poi in centro ad Ascoli Piceno. L’uomo era da solo e non ha battuto ciglio quando ha visto i militari che immediatamente lo hanno tradotto nel carcere di Marino del Tronto, dove molto probabilmente data la particolarità del reato contestato potrebbe essere soggetto al duro regime dell’alta sorveglianza.


Insieme a lui i militari dell’Aquila avevano arrestato 14 persone, di cui 11 in carcere e 3 ai domiciliari per i quali è ancora aperto il processo a Chieti. Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Non tutti hanno le stesse accuse visto che molte di queste persone sono state inquisite solo per avere approvato su Internet i disegni eversivi dei più esagitati. Tra gli obiettivi del gruppo neofascista c’erano diversi politici. L’attività operativa, che ha visto i militari del Ros dell’Aquila operare sotto copertura, prosegue costantemente nel monitoraggio nella regione Abruzzo, degli ambienti di estrema destra, di nuovo nel mirino dopo le devastazioni di sabato scorso a Roma.
 

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