L’Aquila, non si trova personale: negozio riduce gli orari di apertura

L’Aquila, non si trova personale: negozio riduce gli orari di apertura
di Daniela Rosone
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Mercoledì 5 Febbraio 2020, 14:14
L’AQUILA - In un momento in cui il lavoro che non c’è è una vera e propria piaga sociale, accade pure che un negozio sia costretto a ridurre gli orari di apertura e a sbarcare sul web per mancanza di personale.

L’attività in questione esiste da più di 16 anni, ha resistito a crisi e terremoto. Realizza decorazioni per feste ma non solo, commercializza accessori di vario tipo per feste ed eventi. La titolare, Katia Chiapparelli, porta avanti questa attività con passione da tempo e ha portato il negozio a livelli alti tant’è che è conosciuto anche fuori le mura.

Ora però ha deciso di affidare ai social un duro sfogo. Il negozio sarà aperto solo i pomeriggi e tutto il giorno il sabato. Lo dice chiaro la signora Katia. “Non è colpa del costo dei dipendenti e neanche della mancanza dei clienti - spiega - il nostro unico problema è che non riusciamo a trovare personale”.

Racconta al Messaggero che le persone si trovano ma non restano e i motivi sono svariati: il contatto con i clienti che non è sempre semplice, la formazione iniziale che c’è da fare per conoscere il mestiere e i prodotti e anche, forse, il fatto che le persone non vogliono adattarsi a fare ciò che non piace, neppure a pagamento.

Risposte che ha tentato di darsi non capendo le motivazioni reali di tanti “abbandoni” e mettendosi lei stessa in discussione. Non è lei infatti a mandar via il personale, sono loro che scelgono di lasciare anche con contratti a tempo indeterminato e non solo nel periodo di tirocinio. E questo comporta di dover sempre ricominciare: nella selezione del personale che ha deciso di affidare ad una società con un costo ulteriore per la sua azienda, nel periodo di formazione da reimpostare e via dicendo.

Una storia che va avanti dal 2008 eppure, ricorda, “non mi sembra che io non paghi o maltratti o faccia lavorare troppo, ho sempre pagato pure gli straordinari”. “Ho fatto crescere quest'attività - spiega - con mille sacrifici e tante rinunce e mi dispiace molto sapere che sarò costretta a chiudere parzialmente per questi motivi”. La vendita assistita sarà così ridotta e si sbarcherà sul web con l’e-commerce.

Tutto questo perché, tranne la sua fedele e valida collaboratrice Veronica, non è riuscita a trovare nessuno che abbia avuto la stessa passione e la stessa voglia di imparare. I commenti di incoraggiamento sono stati tantissimi, è ovvio che di fronte a una presa di posizione così netta ci si chieda sempre quali siano le condizioni di lavoro, se esiste per i lavoratori un’adeguata retribuzione.

Lo spiega lei stessa che ha tutto ordinato, comprese le buste paga. Nei primi mesi le persone vengono prese con tirocinio formativo che comunque prevede una cifra discreta. Un rimborso minimo che lei stessa però dice di aver aumentato sempre dopo qualche mese per gratificare i lavoratori. “È pure una questione di coscienza - dice - dare uno stipendio più alto per gratificare quando la persona diventa produttiva. Sono amareggiata - ammette - perché penso di essere stata sempre una persona onesta e sensibile”. 
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