IL TACCUINO DELL’ARTE/ In mostra una “realtà aumentata” per i dipinti di Amleto Cencioni

Una veduta della mostra virtuale di Amleto Cencioni
di Antonio Gasbarrini
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Domenica 14 Giugno 2020, 15:18
La mostra retrospettiva virtuale con “realtà aumentata” dell’artista aquilano Amleto Cencioni (1906-1994) era stata progettata, dal team dell’Istituto cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”, nel nuovo spazio espositivo “Galleria Ursini” situato nell’immediata periferia, per essere fisicamente visitabile dai fruitori. Ma, anche in questo caso, e, com’è avvenuto in tutto il mondo per le mostre in corso ed i musei, l’emergenza sanitaria del Coronavirus ha cambiato radicalmente le carte in tavola. Sicché al momento, data la possibilità di poterla vedere su internet (www.amletocencioni.it), la sua virtualità è stata sostanzialmente raddoppiata.

Infatti, grazie all’immateriale rete del web, si può accedere nell’ambiente espositivo reso scenograficamente intrigante con una geometrizzata tinteggiatura futuristeggiante sulle pareti. Potendo così idealmente muoversi e soffermare su questo o quel percorso proposto, alla stregua di ciò che farebbe il proprio avatar, davanti ad uno dei vari monitor di grandi dimensioni realmente collocati nel vasto ambiente di circa mille metri quadrati. Il consistente sforzo ideativo-operativo interdisciplinare messo in campo da vari professionisti dei settori visuale, letterario, musicale, teatrale (sopratutto giovani, per di più concittadini del Maestro Cencioni), ha consentito così di ripercorrere in modo originale e sotto diverse angolazioni interpretative, i tratti salienti di una poetica attestata, nel corso di oltre cinquant’anni di attività, prevalentemente sui canoni della pittura post-impressionista en plei air.

 cominciare dalla toccante, diretta testimonianza (con un video di repertorio) dello stesso artista mentre nel suo studio ch’era situato nel pieno centro storico della città, narra dei suoi quadri, quasi accatastati uno sull’altro (così come usavano fare gli stessi impressionisti nelle prime loro esposizioni di gruppo descritte dalla magistrale penna di un Émile Zola ne “L’Oeuvre”).

Si può poi imbattersi in un altro video storicizzante il “Gruppo Artisti Aquilani”, di cui il Nostro è stato uno dei promotori, sorto subito dopo la liberazione della città dai nazifascisti nel giugno del 1944, Gruppo la cui attività farà da traino per la sua rinascita civile e culturale. La retrospettiva vera e propria con la videoproiezione di circa ottanta opere coprenti l’arco temporale 1936-1992 ed articolata nelle tre sezioni “Gli scorci paesaggistici en plein air”, “Figurazioni” e “Nature morte”, consente di percepire al meglio la qualità della stoffa estetica con cui sono stati realizzati. Brani pittorici, quelli del “Maestro del paesaggio abruzzese”, vibranti nelle loro partiture cromatiche, in cui i giochi di luce su luce, la dinamizzazione di vegetazioni smosse dal vento, la taciturna presenza di casolari abbandonati, la possente immanenza del Gran Sasso per lo più innevato o le architetture di pregio della sua città frammiste a suggestivi angoli urbani, si fondono all’unisono con lo stesso respiro del “distanziato” guardante.

Quadri tutti, appartenenti senz’altro a stilemi espressivi di un passato azzerato dalle avanguardie storiche e neo, ma non per questo meno attuali, data la loro intatta freschezza creativa. Esaltata dalle modernissime manipolazioni digitali della “realtà aumentata” con cui sono state animate, con una serie di effetti speciali, una decina di opere ispirate alle “Quattro Stagioni”. Vale a dire, ovidiane metamorfosi non già di esseri umani spesso fitomorfizzati dall’ira degli dei, ma di un’arte fiabescamente rivisitata con lo stesso “imprinting” di una perdurante innocenza così come si può riviverla in ogni pennellata di Amleto Cencioni.
Antonio Gasbarrini
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