Gran Sasso, amici precipitati: oggi l'addio agli alpinisti. Funerali separati

Gran Sasso, amici precipitati: oggi l'addio agli alpinisti. Funerali separati
di Paolo Vercesi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Maggio 2023, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 11:07

Uniti nella morte, separati nel giorno dei funerali. La giornata di oggi in Abruzzo vivrà in due momenti distinti l'addio a Gianluca Camplone e a Raffaello Toro, i due alpinisti pescaresi di 51 e 48 anni morti tragicamente sabato a quota 2500 metri nel canale Sivitilli sul Corno Piccolo del Gran Sasso. La chiesa di San Camillo de Lellis a Villa Raspa di Spoltore accoglierà alle 10,30 il feretro di Raffaello Toro mentre nel pomeriggio, alle 16, il popolo della montagna si stringerà ai familiari di Gianluca Camplone nella chiesa di Sant'Antonio in via Sabucchi. Affranti gli amici che con loro, in questi anni, hanno scalato pareti e affrontato distese innevate sugli sci. Momenti gioiosi che Raffaello (originario di Caramanico, trasferito a Pescara da ragazzo con i genitori e che adesso risiedeva a Villa Santa Maria di Spoltore) ha condiviso con l'amata Francesca Mastromauro, mamma della sua piccola Margherita, ora chiusa in un dolore che lascia senza respiro.

Lacrime, tante, anche per Gianluca, che lascia la compagna Ersilia e una bambina. E i genitori che non sanno darsi pace: «Il mio Gianluca era felice e sono sicura che lo sia anche adesso, ha fatto la morte che voleva» ha raccontato in lacrime mamma Loretta con la voce strozzata dai singhiozzi in un'intervista alla Tgr Rai. «Amava la montagna, d'estate faceva escursioni e d'inverno teneva gli sci in macchina, pronto a concedersi una sciata non appena poteva» ha aggiunto papà Mario, titolare di un'officina per auto in via Verrotti in zona stadio.

Amara la sua conclusione: «La montagna non perdona» ha detto.

Incredulità e sconcerto anche tra i tanti esperti e appassionati di montagna che ben conoscevano Raffaello e Gianluca. All'unisono le voci di Giampiero Di Federico, che ha addestrato Raffaello allora 17enne fino a farlo diventare guida alpina, e Gino Perini, guida alpina e tecnico di elisoccorso, a lungo responsabile del soccorso alpino sul versante teramano del Gran Sasso: «Cosa sia successo in quell'attimo possono saperlo soltanto loro che erano in cordata l'uno vicino all'altro, nel ruolo di cliente (Gianluca Camplone) e guida (Raffaello Toro) - hanno commentato -. Negli anni ci sono stati diversi incidenti di fronte ai quali si rimane sbigottiti ma attribuire colpe non serve: i rischi in montagna ci sono e chi la frequenta ne è consapevole. Nonostante la massima prudenza e attenzione, un qualcosa che vada storto può capitare e in questo caso, vista la grande esperienza e capacità riconosciuta ai due alpinisti pescaresi, si è trattato certamente di una tragica fatalità».

La Procura di Teramo, con il sostituto Laura Colica, ha comunque aperto un fascicolo per fare la massima chiarezza sulla tragedia, per quanto possibile, anche sulla base delle testimonianze del gruppo di escursionisti impegnato su un'altra via che ha assistito alla caduta mortale di Raffaello e Gianluca.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA