È morto Giulio Petrilli, una vita spesa a combattere l'ingiusta detenzione

Storico esponente della sinistra aquilana e abruzzese, era ricoverato per una embolia polmonare

È morto Giulio Petrilli, una vita spesa a combattere l'ingiusta detenzione
di Stefano Dascoli
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Venerdì 29 Settembre 2023, 10:26

L'AQUILA - E' morto a 65 anni Giulio Petrilli, storico esponente della sinistra aquilana e abruzzese: da qualche giorno era stato ricoverato all'ospedale di Avezzano per una embolia polmonare. Originario di Ortona dei Marsi, ha vissuto sempre all'Aquila. Ed dirigente di Rifondazione comunista e dell'Ater, ha speso la sua intera esistenza a combattere l'ingiusta detenzione: negli anni '80, infatti, quando era ventenne, venne arrestato con l'accusa di banda armata come esponente di "Prima linea". Un'imputazione che gli è costata sei anni di carcere, ma che le sentenze, fino alla Cassazione, hanno poi definitivamente smontato. E così Petrilli si è battuto per lunghi anni per difendere i diritti di chi è stato ingiustamente detenuto. 

Il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, ha detto di aver appreso con dolore della scomparsa di Giulio Petrilli: «La sua vicenda umana e politica rappresenta una ferita mai rimarginata. Ne ho sempre apprezzato l’onestà intellettuale e rispettatone l’impegno politico e civico. Ricordo quando, nel dicembre 2022, scrissi al ministro della Giustizia Carlo Nordio, per sottoporgli il caso di Giulio, vittima di un errore giudiziario.  Prima di allora, fu il Consiglio comunale dell'Aquila, nel 2015 e nel 2018, ad approvare due ordini del giorno per sostenere la sua battaglia».

Il Pd, in una nota, lo ha definito «un rivoluzionario dall’animo nobile. Pur avendo conosciuto la sofferenza, non ha mai perso la gentilezza. E mai si è arreso all’ingiustizia, continuando a battersi per la verità e per i diritti dei più fragili. A vent’anni, fu rinchiuso in carcere con la falsa accusa di essere uno dei capi di Prima Linea: restò in cella sei anni per banda armata, fino a quando tutte le accuse vennero smontate e la Corte d’Appello di Milano lo assolse, con sentenza confermata in Cassazione.

Da allora, Giulio è diventato un punto di riferimento a livello nazionale per tutti coloro che avevano patito il carcere senza colpa. Non è riuscito ad avere giustizia per sé, ma la sua battaglia continuerà ad essere la nostra. Giulio era un sognatore, un compagno generoso: mai ha fatto mancare il suo illuminato impegno politico e civico. Mancherà tremendamente alla nostra città».

Michele Fina, senatore del Pd, si è detto «profondamente rattristato». «Ho sperato fino all’ultimo - ha scritto - che la tempra e la determinazione che ha dimostrato per tutta la vita gli facessero vincere anche questa battaglia. Mi rattrista profondamente apprendere della scomparsa del mio amico Giulio Petrilli»: «Giulio era uomo di sinistra, battagliero, dagli ideali incrollabili. Grazie alla sua passione e alla sua forza di volontà era riuscito a fare della sua sfortunata esperienza personale uno stimolo per un’istanza generale, quella di vedere riconosciuta l’ingiusta detenzione. Sono stato partecipe di questa battaglia anche nell’ultimo periodo con un’interrogazione rivolta al ministro della Giustizia assieme alla senatrice Cucchi e ai senatori De Cristofaro e Magni. Purtroppo Giulio scompare prematuramente prima di vedere affermati i suoi sacrosanti diritti. E questo è un dolore nel dolore. Mi mancherà moltissimo». 

Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del Pd, ha pubblicato nuovamente la lettera che scrisse all'allora ministro della Giustizia, Marta Cartabia. «Fiero di aver lottato al tuo fianco, non ce l'abbiamo fatta. Ancora una volta troppo ingiusta la vita con te. Addio, compagno». 

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