FOTOSOCIAL/ Matteo Agostinetto, quando diventa soprattutto terapeutico fare fotografie

Il Forte spagnolo sotto un cielo rosa nello scatto di Matteo Agostinetto
di Sabrina Giangrande
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 20:33

L'AQUILA E' aquilano Matteo Agostinetto, ha 26 anni e lavora come commesso in un supermercato e nel tempo libero, tra vari interessi, uno spazio del suo tempo lo dedica alla fotografia.

«La mia passione verso la fotografia- racconta- non ha un vero periodo di inizio, c'è sempre stata anche se talvolta assopita ma di sicuro nata in famiglia». Matteo ha infatti uno zio fotografo professionista che vive a Rimini, Sergio Catitti, dal quale ha sicuramente ereditato la stessa passione verso il mondo della fotografia.

«Circa sette anni fa, appena diplomato- spiega-, ho deciso di trasferirmi a Milano dove ho vissuto per quattro anni, lì ho iniziato ad avvicinarmi maggiormente alla fotografia, acquistando la mia prima macchina fotografica non professionale. Fotografavo la natura in tutte le sue sfumature, animali, fiori, paesaggi, laghi, facendo pratica e prendendo dimestichezza, inizialmente scattavo ogni cosa catturasse la mia attenzione. Nel 2020- ricorda-, in piena pandemia, sono tornato a vivere all'Aquila, la fotografia l'avevo un po' messa da parte poiché gli impegni giornalieri, le relazioni e altro avevano preso il sopravvento sul tempo libero e su questa passione, riponendola in un cassetto ad aspettare. Un giorno, in un periodo non facile della mia vita, dopo varie sedute di terapia, quella passione è balzata fuori dal cassetto per aiutarmi e così è stato! Iniziai a girare per la città, le montagne, i paesini limitrofi e la mia mente si liberava dai pensieri quando prendevo la macchina fotografica. Ho iniziato così a condividere le foto con gli altri pubblicandole sui social e ottenendo riscontri positivi».
Matteo ha un profilo Instagram: @matteoagostinetto_photography dove sono presenti alcuni tra i suoi scatti più belli.

La passione verso la fotografia di Matteo è cresciuta, grazie agli utili consigli di zio Sergio, anche nella scelta di un'attrezzatura più professionale che ancora oggi lo accompagna. «In quel periodo- spiega Matteo- il mio stato d'animo migliorava sempre più grazie alla fotografia; entravo in una comfort zone dalla quale non volevo mai uscire, mi faceva stare davvero bene. L'Aquila e tutti i suoi paesini mi hanno aiutato, i loro scorci, monumenti e paesaggi meravigliosi era difficile non fotografare. Ricordo ancora quando le prime volte giravo per la città con la macchina fotografica scattando di continuo, anche semplici attimi di vita quotidiana della gente comune».

«Oggi la fotografia fa quotidianamente parte di me- conclude- mi sento quasi in debito con lei, perchè mi ha aiutato a superare periodi difficili e per questo non l'abbandonerò nuovamente e pure se non sarà la mia professione, se non dovessi diventare mai esperto in materia, va bene così. La sensazione più bella per me, non è quando gli altri apprezzano le mie foto (che sicuramente fa piacere), ma quando subito dopo aver scattato una foto, la guardo, piena di imperfezioni e dico: bella quessa!».

Sabrina Giangrande

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