Scendono sotto quota duemila i casi di Covid registrati nelle ultime 24 ore in Abruzzo, ma pesa il consueto effetto weekend: periodo in cui l'attività diagnostica subisce un forte rallentamento. Nel primo giorno di zona arancione (ieri) per la regione, che ha superato tutti i parametri per la retrocessione già dalla scorsa settimana, non si può dunque parlare di un vero e importante calo della curva epidemiologica, ma i dati settimanali confermano una frenata della corsa del virus, nonostante i numeri siano stabili su valori altissimi. Sono, infatti, 25.230 i casi accertati negli ultimi sette giorni: il totale in termini percentuali è invariato rispetto alla settimana precedente. Continuano però ad essere sopra il limite i ricoveri, arrivati a 456 in Abruzzo e si registrano dieci nuove vittime, che portano il totale a 2.758 da inizio pandemia. Si tratta di un 66enne di Spoltore, un 70enne e un 82enne di Casalbordino, un 75enne di Pescara, una 87enne di Popoli, una 89enne di Loreto Aprutino e una 92enne residente fuori regione, mentre tre decessi risalgono ai giorni scorsi e sono stati comunicati solo ieri dalla Asl.
Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica sale al 31,6%, a fronte di una soglia da zona arancione fissata al 30%, mentre per la terapia intensiva arriva al 20,4% (soglia limite al 20%), mentre l'incidenza settimanale dei casi per centomila abitanti, da oltre un mese superiore alla soglia limite di 150, è pari a 1.970. Il calo sensibile della curva dei contagi non coincide con una discesa delle ospedalizzazioni, resta ancora troppo alta la pressione sulle strutture sanitarie, che stanno reggendo con grande difficoltà l'urto della quarta ondata e dell'avanzare della variante Omicron del virus.
Lo dimostra l'ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, dall'assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì e dal direttore del dipartimento Sanità, Claudio D'Amario.