Furto al Bataclan, trattative in Abruzzo per la vendita dell'opera di Banksy

L'opera dei Banksy recuperata a Teramo
di Rosalba Emiliozzi
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Mercoledì 17 Giugno 2020, 21:56

 In Abruzzo dovevano avvenire trattative e vendita del prezioso graffito di Banksy, la Ragazza in lutto disegnata su una porta d’emergenza del Bataclan e dedicata alle 90 vittime dell’attento terroristico del 2015. L’opera, rubata un anno fa dal teatro di Parigi, è stata nascosta per quasi sei mesi a Sant’Omero, in un casolare lungo una strada di passaggio dove, secondo le ipotesi investigative, dovevano avvenire le visite di eventuali compratori, anche arabi, e il perfezionamento della vendita con il trasferimento poi verso il paese dell’acquirente.

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Al momento si sospetta che i possibili compratori fossero emissari di collezionisti d’arte o mercanti che contrabbandano opere rubate. Forse dietro ci potrebbe essere anche un furto su commissione. I graffiti di Banksy, street artist senza identità certa, hanno grande valore e spesso sono oggetto di furto. È già successo al Centre Pompidou di Parigi dove è stato rubato il Topolino con il cutter e a una mostra a Toronto dove un video mostra il furto del famoso Trolley Hunter. Piazzare la Ragazza in lutto doveva essere un’operazione più “facile”, ma il lockdown ha decelerato l’affare, aiutando di fatto le indagini del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Ancona che, su delega della Procura dell’Aquila, ha indagato per quattro mesi su spostamenti, contatti e ruoli di due teramani, entrambi nati in Francia: G.P., 50enne di Tortoreto, figlio di emigranti italiani in Francia, di professione albergatore (ha un b&b) e F.P., 60 anni, di Giulianova, ex commerciante di auto. Appostamenti e accertamenti tecnici hanno dettato i tempi del blitz: la settimana scorsa in un’operazione congiunta Italia-Francia carabinieri e poliziotti della gendarmerie hanno bussato a casa dell’albergatore. «Dov’è la porta?». G.P. ha capito subito e ha condotto gli investigatori a Sant’Omero, in un casolare di cui aveva la disponibilità di un sottotetto e lì, in tutta la sua drammatica bellezza, è apparsa la Ragazza addolorata.

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A portarla in Abruzzo, con un furgone, è stato un 40enne magrebino che vive tra Parigi e Tolone, ha riferito G.P.: «Mi ha detto di custodirla per qualche tempo, era un buon cliente del mio b&b e l’ho accontentato». A presentare il magrebino, in passato con una precaria situazione economica ma ora agiato tanto da girare con soldi e macchinoni, è stato il 60enne di Giulianova. I carabinieri di Teramo stanno accertando i rispettivi ruoli in quello che credono possa essere, per qualcuno, il colpo grosso di una vita. «Il mio cliente è completamento estraneo, non sapeva nulla del furto del Banksy, opera di cui non conosceva il valore, si è messo subito a disposizione della procura - dice l’avvocato Angelo Palermo che difende G.P. con il collega Luca Di Edoardo - Per chiarire ancor meglio la sua posizione abbiamo chiesto di essere sentiti e faremo mettere agli atti i messaggi inviati al telefonino dal magrebino che testimoniano il rapporto di puro lavoro: addirittura gli chiede di comprare e mandargli in Francia mattonelle italiane per il bagno o stecche di sigarette perché in Italia costano meno».
 

 

L’input di indagare in Abruzzo è arrivato da Parigi dove da tempo si indagata sul furto, e non solo, del Banksy: attesi sviluppi a breve. La procura dell’Aquila sta ultimando le carte da rimandare ai colleghi francesi circa la rogatoria internazionale del furto della porta del Bataclan. In Francia le indagini hanno altro indirizzo. In Abruzzo, come ha detto il procuratore Michele Renzo, si precede per ricettazione e il movente è «di natura economico». Vale dire la vendita, sfumata, di un graffito di Banksy tra i più ambiti.
 

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