Ma è soprattutto sui temi politici che l'ex consigliere ha affondato maggiormente. "Mi aspettavo che dopo la vittoria di Zingaretti, dopo le affermazioni importanti di Zedda e Legnini, con l'avvio della rinascita del centrosinistra, si potesse dare continuità con candidature simboliche e di rilievo alle Europee. Non c'è stato questo impegno di rappresentanti istituzionali, in Parlamento e sul territorio. Un'occasione persa: Abruzzo e Molise avrebbero potuto unirsi. E' un errore non candidare figure forti. Questa cosa ha generato ulteriori delusioni rispetto all'ammutinamento di qualche maggiorente del partito per le regionali. Mi hanno voluto far pagare l'autonomia decisionale di questi cinque anni. Voglio vedere se i colleghi eletti sapranno fare la stessa cosa. Dopo il sisma per me è venuta prima l'appartenza alla comunità rispetto a quella politica. L'ho dimostrato mettendomi contro anche il governatore D'Alfonso. Ci sono delle connivenze su scelte sbagliate, a livello locale: pesone che sono fuoriuscite dal partito obbedendo al diktat di fare fuori Pietrucci".
Da Pietrucci è arrivato un assist a Di Bendetto: "Pensiamo ache insieme al quel gruppo si può ricostruire un quadro nuovo nel centrosinistra che guardi alle Politiche e alle comunali dell'Aquila".
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