L'Aquila, scatta l'indagine
sull'appalto di palazzo Combattenti
La replica: "Fondazione estranea"

L'Aquila, scatta l'indagine sull'appalto di palazzo Combattenti La replica: "Fondazione estranea"
di Marcello Ianni
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Martedì 28 Giugno 2016, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 12:36
L'AQUILA - In accordo con un proprio dipendente avrebbe agevolato due ditte per i lavori di ristrutturazione dell'edificio, di proprietà della Fondazione Carispaq, Palazzo Combattenti, zona Fontana Luminosa, per un importo superiore ai 3 milioni e mezzo di euro. Con l'accusa ipotizzata di turbativa d'asta, è finito sotto inchiesta il presidente della Fondazione, Marco Fanfani. Secondo le indagini del Pm Simonetta Ciccarelli e dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo dell'Aquila, Fanfani, «amministratore/delegato per le parti comuni in forza della delibera del consiglio di amministrazione dell'ente», in concorso con Roberto Piccone, (impiegato della stessa Fondazione), e con gli imprenditori Panfilo Di Meo e Francesco Salvatore (della ditta Salvatore & Di Meo Snc) e Massimo Di Donato e Giancarlo Di Bartolomeo, procuratore il primo e amministratore unico della ditta Meg Srl, il secondo, (costituite in Associazione temporanea d'impresa, (Ati) avrebbero posto in essere delle collusioni (Piccone d'accordo con Fanfani) in relazione alla gara d'appalto, consistite nel sostituire una scheda, modificando in aumento il punteggio; nel concordare con le stesse ditte criteri di valutazione e punteggi delle offerte pervenute, «nell'informarle del punteggio del rating Usra, (Ufficio speciale per la ricostruzione) indicato dalle ditte partecipanti e coadiuvarle nella predisposizione della successiva offerta da presentare in seguito dell'invito a partecipare in modo tale da calibrare la misura del rating, dei giorni di riconsegna anticipata e dello sconto percentuale sulle opere nella misura minima necessaria a conseguire il massimo punteggio attribuibile». Secondo l'accusa così facendo si sarebbe «turbata la licitazione privata indetta per conto della pubblica amministrazione, per la riparazione di un edificio danneggiato dal sisma e dichiarato di interesse importante».

LA REPLICA - Secondo lo stesso indagato, che ha dichiarato di non essere a conoscenza di un'azione penale nei suoi confronti, «se c'è da chiarire lo farò», l'iniziale adesione alle richieste di interesse aveva riguardato 19 ditte poi scremate a 6, dopo aver valutato le offerte migliori tenendo ben presente la griglia adottata dall'Usra. Come spiega lo stesso Fanfani, la Procura «chiese la documentazione delle ditte e abbiamo consegnato tutto. Addirittura nel momento di aprire le buste gli stessi investigatori erano presenti. Abbiamo applicato la griglia di valutazione e poi la graduatoria. La ditta in questione è risultata arrivare penultima». Non si esclude che giù nei prossimi giorni Fanfani possa essere ascoltato dal Pm titolare dell'inchiesta.

LA NOTA - La Fondazione Carispaq ha diffuso sull'argomento una breve nota: "In riferimento alle notizie oggi apparse sulla stampa su una presunta tentata turbativa nell’ambito delle attività per il recupero post sisma della propria sede, la Fondazione Carispaq, totalmente estranea ai fatti rappresentati e che la vedrebbero parte lesa, nell’auspicare un rapido e rigoroso chiarimento da parte dell’Autorità inquirente, assumerà ogni iniziativa necessaria alla tutela dell'interesse dell'ente". 
 
 
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