Andrea Prospero, il racconto di una mamma: «Ho perso mio figlio, è morto come lui»

Un'altra conferma che la pista battuta dalla procura perugina, tesa a evitare che altri giovani cadano nella rete di gente senza scrupoli

Andrea Prospero, il racconto di una mamma: «Ho perso mio figlio, è morto come lui»
di Filippo Marfisi
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giovedì 10 aprile 2025, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 08:09

Ha perso il figlio, anche lui morto dopo aver assunto l'ossicodone, lo stesso farmaco che, insieme allo Xamax, ha ingerito il 24 gennaio scorso Andrea Prospero, in un monolocale del centro storico di Perugia, per togliersi la vita. È quanto è stato rivelato ieri sera, nella puntata di "Chi l'ha visto?", diretta con Federica Sciarelli, da una mamma che, dopo la scomparsa di Prospero, ha deciso di raccontare come ha perduto il figlio. Anche questo giovane, come ha fatto Andrea, si è procurato l'oppioide online.

LE DUE INCHIESTE

Analogie che confermano come il secondo filone d'inchiesta sulla morte di Prospero (quella principale è per istigazione al suicidio) avviata dal procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone e dall'aggiunto Giuseppe Petrazzini, su spaccio di droga attraverso Telegram, abbia spalancato agli inquirenti la porta su un mondo traffici illeciti a livello nazionale. Che si vuole stroncare.
Un'altra conferma che la pista battuta dalla procura perugina, tesa a evitare che altri giovani cadano nella rete di gente senza scrupoli e ben strutturati, la si è avuta sempre ieri sera nella trasmissione su RaiTre, che aveva già rivelato la circolazione di prescrizione mediche false per assicurarsi l'oppioide. Dall'esame della messaggeria su un canale online, è spuntata una misteriosa persona, che in una chat ha scritto: "Cerco gruppi dove posso piazzare ossicodone in grandi quantità". Allarmante. La proposta avanzata dopo un mese dalla morte dello studente di Lanciano, sta avendo come conseguenza un innalzamento del livello di guardia tra medici e farmacisti; si teme che l'hackeraggio di dati di molti professionisti possa essere più largo di quanto conosciuto finora e che circolino ricette false per assicurarsi facilmente l'ossicodone.
Chi ha fatto l'annuncio non sarebbe "Chef", lo pseudonimo dietro il quale si cela l'identità di un utente noto da tempo a chi indaga, che ha inviato, a chi gliele chiedeva, prescrizioni farmaceutiche contraffatte, come scoperto sempre da Chi l'ha visto?. "Chef", tra l'altro, è colui che trasmette una prescrizione medica, ovviamente falsa, con la quale Prospero riesce a procurarsi lo Xamax. È grazie a quello che sembra un collaudato sistema che Andrea ha potuto ritirare il 23 gennaio, in un Amazon Locker di Perugia, le fatali dosi di ossicodone, che lo avrebbero portato alla morte il giorno dopo. Un medicinale del quale il giovane lancianese aveva fatto uso in precedenza su consiglio, a settembre scorso, dal suo amico virtuale Emiliano Volpe (Valemno su Telegram), il 18enne di Roma, finito ai domiciliari il 17 marzo scorso per istigazione al suicidio.
Andrea stava vivendo un delicato momento di sofferenza interiore: non era soddisfatto della scelta universitaria e, con ogni probabilità, si era reso conto di essere entrato in un giro di truffe telematiche e, appunto, di spaccio di droga.

Aveva per questo manifestato l'intenzione di farla finita e Valemno lo ha assecondato per settimane, fino al 24 gennaio, giorno in cui ha incitato Prospero, quand'era nel monolocale, a ingoiare dosi massicce di "oxy", come veniva chiamato sulle chat, per togliersi la vita. L'inchiesta della Procura perugina punta a smascherare non solo chi c'è alla fine della cosiddetta "filiera" delle truffe e dello spaccio online, ma individuare anche chi c'è all'inizio della catena. Tutto si muove sulla rete, in silenzio, che raccoglie molti giovani: adolescenti che sanno come muoversi indisturbati sui social per guadagnare qualche euro, frutto di inganni telematici, ma anche per procurarsi sostanze stupefacenti e a chi ne fa richiesta.

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