OCCHIO ALLE POLITICHE
Tuttavia, per ora, il progetto di puntare su Marina resta coperto. Intanto perchè questo non è il momento migliore per fare l’annuncio, vista la forzata assenza dalla scena politica, a causa della sua condanna per frode fiscale che ha limitato fortemente la sua libertà. E poi perchè occorre attendere i risultati delle Europee. Solo se dovessero essere disastrosi, molto al di sotto dell’agognato 25 per cento, Berlusconi si risolverebbe a lanciare la candidatura della figlia, anche perchè le elezioni politiche si avvicinerebbero. Infine, l’eventuale discesa in campo dovrà essere vissuta come una scelta autonoma, innovativa. Nulla deve avere a che fare con le vicende paterne e con la parabola di Forza Italia. Ecco perchè ieri il leader forzista ha sostenuto ancora di voler tenere Marina al riparo. «Tutto quello che io riuscirò a fare per impedirle di scendere in politica per rispondere agli attacchi fatti a suo padre lo farò - ha detto- Marina ha un’energia straordinaria. Si vede da come guida le aziende, ma io da padre non vedo come una cosa positiva l’ingresso in questa politica».
ALLARME GRILLO
«Questa politica», appunto. Ma un domani lo scenario politico potrebbe cambiare. Così come gli schieramenti in campo. E’ questo che l’ex Cavaliere si augura in cuor suo. E ciò spiega perchè è arrivato a proporre il sostegno esterno di Forza Italia al governo «in caso di rischio per il Paese». E quando dice rischio, si legge Grillo. Un’avanzata dirompente dei 5 Stelle, che qualche sondaggio immagina tallonare il Pd, creerebbe non pochi problemi a Renzi. E qui, raccontano i fedelissimi, si compirebbe il disegno che ha davvero in mente Berlusconi: voto anticipato e una grande coalizione della quale lui stesso e l’attuale premier sarebbero i maggiori azionisti. Così, in questa cornice, l’ingresso della presidente di Mondadori nell’agone politico avrebbe tutto un altro significato e un’altra caratura.
In questa chiave si spiega il repentino dietro front sul testo base di riforma del Senato che, dopo una fiera opposizione dei senatori forzisti, è stato votato con la benedizione di Berlusconi «anche perchè comunque sul contenuto si potrà ancora trattare». L’obiettivo è sempre lo stesso: passare alla storia come un padre della patria. Quindi ok alle riforme, ma anche collaborazione con un governo che magari riesce a cambiare il Paese. Per questo, l’ultima parola d’ordine che Berlusconi cerca di far digerire ai suoi è «ridurre la distanza tra maggioranza per le riforme e maggioranza di governo».
Nell’attesa, l’ex premier, per far salire i consensi, oltre a catechizzare i club «a creare migliaia di comunità sul territorio per convincere 28 milioni di moderati», come racconta il coordinatore romano, Francesco Aracri, vuole intervenire di persona a due comizi di chiusura, il 22 a Roma e il 23 a Milano. E, intanto, invade il web con la sua versione del ”5 maggio” di Manzoni, nella quale si produce durante la presentazione del dipartimento Cultura di Forza Italia. «Ei fu siccome ignobile, dopo il feral sondaggio, freme s'indigna ed esplode in un fatal messaggio: dichiara affranto e triste, ormai - lo dico piano - la destra non esiste, se non ci metto mano per continuar l'impegno e non essere affranto devo cambiar contegno oppure è solo pianto».
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