Pronto soccorso, la Uil lancia l'allarme: "A Belcolle più accessi che a Roma, servono medici e infermieri"

Pronto soccorso, la Uil lancia l'allarme: "A Belcolle più accessi che a Roma, servono medici e infermieri"
di Federica Lupino
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Sabato 30 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:57

Altro che accessi impropri che intasano i pronto soccorso del Viterbese. Che i tempi di attesa nei reparti dell’emergenza all’interno degli ospedali provinciali siano lunghi a causa dell’elevato numero di codici bianchi è, anzi, un “falso mito”. Non ci gira intorno Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo, secondo cui “la realtà è ben diversa: l’organico degli operatori sanitari è ridotto al lumicino e, sebbene tutti lavorino ogni giorno con dedizione e competenza, non possono fare miracoli”. Sono le conclusioni a cui è arrivato l’approfondimento che la Uil di Viterbo ha effettuato dal 1 al 7 febbraio scorso. L’obiettivo? Aprire una riflessione sullo stato della sanità pubblica nella Tuscia allacciandosi così alla vertenza regionale e nazionale della Uil che mira a rimettere al centro del dibattito pubblico il diritto fondamentale alla salute delle persone, costituzionalmente garantito.

La fotografia fatta dal sindacato ha rilevato gli accessi ai pronto soccorso attraverso una campionatura settimanale, in orari diversi compresi tra le nove del mattino e le 18 di sera. Quattro i nosocomi osservati durante la settimana di rilevazione: l’ospedale Belcolle di Viterbo, l’Andosilla di Civita Castellana, quello di Acquapendente e quello di Tarquinia.

Nella struttura del capoluogo, Dea di II livello, il campionamento della Uil ha registrato 30 codici rossi, 111 arancioni, 70 azzurri, 66 verdi e tre bianchi. Significa che le urgenze più gravi e quelle con più elevato rischio di compromissione di funzioni vitali sono state 141, mentre quelle senza rischio evolutivo (i codici verdi e bianchi) meno della metà, cioè 69. “Escludendo i codici azzurri che hanno una bassa probabilità di degenerare e che comunque devono avere trattamento sanitario – ribadisce Turchetti – la nostra ricerca smentisce il falso mito dei pronto soccorso intasati dai codici bianchi”.

Ulteriore conferma della tesi della Uil arriva anche dal numero totale degli accessi al nosocomio, 405 il dato settimanale di Belcolle che tiene conto, oltre ai codici di pronto soccorso, anche dei ricoveri e dei trasferimenti. “La media giornaliera degli accessi al Belcolle si attesta quindi a 57,86 – aggiunge il segretario della Uil – ovvero più alta di quella di un ospedale romano come il Santo Spirito (32,14)”.

Questo, invece, il quadro negli altri tre ospedali: 68 gli accessi settimanali rilevanti nella campionatura a Tarquinia, 77 all’Andosilla, 18 ad Acquapendente. Per un totale di accessi nei nosocomi della Tuscia che si attestano a 568 unità. 

Secondo Turchetti questi numeri rivelano la necessità di “un potenziamento della sanità pubblica nel Viterbese. E sotto questo aspetto ben vengano i progetti di potenziamento annunciati dalla Regione Lazio”, sostiene. Come? Innanzitutto partendo dal personale. “È chiaro che bisogna accelerare sulla stabilizzazione del personale precario –dice Maurizio Bizzoni, segretario generale della Uil Fpl di Viterbo – perché su una presenza di oltre cinquanta figure professionali tra medici, infermieri operatori sociosanitari circa venti sono precari”.

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