​Intimidazioni, incendi e furti a Farnese: la prescrizione pronta a cancellare tutti i reati

Aula
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 22 Giugno 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 19:09

Intimidazioni, incendi e furti a Farnese: la prescrizione pronta a cancellare tutti i reati. L’udienza dedicata alla discussione per i fatti che più di dieci anni fa sconvolsero il piccolo centro della Tuscia inizia con una sorpresa: la maggior parte delle accuse sarebbe ormai caduta in prescrizione. Troppo vecchia perché allo stato interessi perseguire quei reati. Restano in piedi solo due furti commessi a giugno del 2015 per cui la pm ha chiesto 3 anni di carcere per ogni imputato e mille euro di multa.

Fatti per cui è processo la famiglia Pira, il padre Antonio e figli Marco e Paolo. I tre imputati, assistiti dagli avvocati Giuseppe Picchiarelli e Angelo Di Silvio, erano accusati di atti persecutori, furti aggravati, abigeato, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, nonché uccisione di animali. Parte civile, assistita dall’avvocato Elisabetta Centogambe, l’ex sindaco Dario Pomarè. A febbraio 2015 a Farnese, avrebbero abbattuto 160 olivi, massacrato a bastonate due cani e ucciso galline e piccioni. Non solo, avrebbero dato fuoco a un casolare, a un trattore e all’auto di Pomarè.

Dopo la richiesta di assoluzione per intervenuti prescrizione per i reati più gravi la pare civile ha comunque deciso di discutere e sottolineare diversi passaggi. «Siamo di fronte doppio danno gravissimo - ha affermato - prima l’ingiustizia subita e poi la prescrizione sui reati più gravi.

Nonostante il coraggio dimostrato dal mio assistito di rivolgersi alle forze dell’ordine quando subita intimidazioni pesantissime. Dalle intercettazioni ambientali si evince la prova delle azioni e delle minacce. Tanto da far richiedere la misura cautelare dei domiciliari. I furti sono solo un corollario. Chiediamo 102mila euro di danni».

A far scattare gli atti intimidatori nei confronti di Pomarè sarebbe stato un esposto presentato da 40 firmatari per la regolamentazione dei terreni a uso civico di Farnese. Un provvedimento che avrebbe costretto i Pira a perdere circa 60 ettari di fondi agricoli a uso pascolo, di cui si erano appropriati nel tempo. I Pira secondo l’accusa avrebbero voluto vendicarsi di tutti e 40 i firmatari. Sono molti, infatti, i cittadini di Farnese che in quel periodo subito furti o danneggiamenti. Nella maggior parte dei casi avevano firmato o sostenuto il provvedimento di regolamentazione degli usi civici. Discussione ieri pomeriggio anche per le difese degli imputati che hanno sostenuto che le indagini non avrebbero portato a nessuna prova certa della responsabilità della famiglia Pira.

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