LA STATUA RESTA A PERUGIA
Insomma, la Soprintendenza dell'Umbria deve mettere nero su bianco il destino del Telamone: lasciarlo al chiostro San Domenico di Perugia o riportarlo a Terni; dove venne rinvenuto nel 1971 da operai dell’Enel durante lavori di scavo in prossimità di Porta Romana. L'ultima proposta di Pagano, che ha curato il restauro della statua, riguardava la possibilità di realizzare una copia del Telamone da esporre a Terni, ma tale offerta non deve essere piaciuta nemmeno ai piani alti di Palazzo Spada. E non poteva essere altrimenti. Il sindaco Leo Di Girolamo pochi mesi fa, infatti, aveva affermato «La Sovrintendenza dica quali sono le condizioni da attuare per riavere la statua rinvenuta». Il sindaco Di Girolamo parlava di statua e non di copia.
LE RICHIESTE DEL SINDACO
Il soprintendente Pagano, però, pare che resti dell'idea che trasportare la statua da Perugia a Terni sia complicato per via della suamole, anche se più di 40 anni fa il viaggio da Terni a Perugia (passando per Spoleto dove la statua è rimasta custodita per anni prima del restauro) sia avvenuto senza alcun problema. Più complicato per il Comune di Terni controbattere all'altra puntualizzazione avanzata da Pagano: dove sistemare la statua una volta portata a Terni, considerando che il museo del Caos non ha le credenziali per ospitare il Telamone? La risposta è arrivata dal sindaco Di Girolamo. Dopo aver invitato la Soprintendenza a restituire la statua, Di Girolamo aveva anche individuato una sua possibile collocazione, citando il progetto Antica via Flaminia. «Progetto pensato per valorizzare le risorse archeologiche di epoca romana, in particolare Carsulae dove stanno andando avanti importanti scavi». Insomma, per Di Girolamo l'ideale sarebbe Carsulae. E visto mai che oltre al Telamone dovessero rientrare anche la collana di fanciulla e lamaschera da teatro, reperti ritrovati a Carsulae e portati a Perugia. Chissà? Ma intanto il Telamone è sempre più lontano.
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