Roma, da Arbore a De Piscopo: un appello per il ritorno del jazz a Villa Celimontana

Una vecchia edizione di Villa Celimontana Jazz
di Alessia Marani
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Martedì 23 Maggio 2017, 20:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 16:00
Un pasticcio di competenze tra I Municipio e Campidoglio rischia di far saltare la rinascita del grande jazz a Roma. L'appuntamento, che sembrava in dirittura d’arrivo con l’inserimento di Villa Celimontana come location per l’Estate Romana, potrebbe invece sfumare. L'idea era di un evento in grande stile per festeggiare i 100 anni del jazz italiano e, perché no, anche le 80 candeline di Renzo Arbore.

Ma alla vigilia del bando è prima arrivato il “niet” del Municipio, che ha espresso «parere contrario» sic et simpliciter alla disponibilità del sito - parere recepito dal Comune e messo nero su bianco tra le indicazioni del bando - salvo poi tornare sui propri passi per correre ai ripari con un nuovo parere (ma stavolta non assorbito dal bando), più ragionato e meno impulsivo, in cui si dà il via libera a patto che non ci siano attività di food&ristoro e discoteche come era accaduto nel 2013 per un'altra manifestazione che sollevò le proteste dei residenti per il rumore. A questo punto: qual è il parere da prendere in considerazione? Ed è davvero vincolante?

APPESI A UN FILO
La società “Jazz Village Roma”, nata dall’unione tra Cotton Club e Gregory’s Jazz Club, i due locali più attivi e rappresentativi nel panorama jazz capitolino, ha partecipato al bando («a costo zero, non chiediamo fondi, lo facciamo per amore di questa musica che non ha più spazi in città», dice Francesco Ottavi del Cotton Club) ma l’esito resta ormai appeso al balletto di responsabilità che si gioca sul filo dei due pareri. Eppure l'appello per la rinascita del jazz romano è unanime. «Villa Celimontana è il luogo dove mi è sempre piaciuto ascoltare il jazz popolare, così ben accolto dai visitatori di passaggio e dal pubblico romano, non si può perdere», dice Arbore.

Gli fanno eco Tullio De Piscopo («auspico con tutto il cuore che l’iniziativa di rilancio di Villa Celimontana giunga a compimento. Ho avuto in passato l’onore e il privilegio di passare indimenticabili, fresche, magiche notti d’estate in quella location», afferma), Gegè Telesforo («mi auguro davvero che Villa Celimontana torni a essere un palcoscenico di prestigio») e il regista Stefano Reali («va tutto il mio sostegno - afferma - a chi ha coraggiosamente scelto di credere, investire e restituire alla città un evento come questo»). Un pensiero anche da Christian De Sica: «Se mi apita qualcosa di brutto basta mettere un cd di Count Basie e il suo be-bop mi fa vedere le cose con più ottimismo. Consiglio a tutti di avvicinarsi a questo genere di musica e la loro vita sarà più swing».

Gli organizzatori spiegano che il loro sogno è di vedere calcare il palco di Villa Celimontana dalle big band ormai in via di estizione: «Sono band composte dai 16 ai 22 elementi, che sono come squadre di calcio: se non giocano sono destinate a scomparire». Nonché di «rilanciare l’eccellenza italiana del jazz che si sta perdendo per mancanza di spazi in cui esibirsi». In questi giorni sarà il Campidoglio a decidere sulle sorti di una kermesse che potrebbe avere uan durata e una programmazione triennale, la vera grande novità del bando 2017.

INCOERENZE
Scorrendo le location inserite nel bando dell’Estate Romana spuntano anche altre incoerenze: come quella di piazza Mastai (una delle nuove location individuate dal I Municipio insieme con piazza delle Vaschette a Borgo Pio) per cui c’è un parere sì favorevole ma poi arrivano limitazioni restrittive della Sovrintendenza. Come il veto assoluto «di truck attrezzati e luoghi di ristoro». Divieto che ricorre anche per i giardini di Castel Sant’Angelo.

«Difficile organizzare manifestazioni culturali senza la possibilità di un minimo ritorno economico», chiosano sulla circonvallazione Clodia. Ecco poi il caso di Villa Sciarra, dove la scorsa estate era stato montato un teatro e dove per quest’anno la Sovrintendenza prescrive, invece, «parere negativo per allestimenti con palco o schermo con annessa platea di spettatori».
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