Mafia Capitale, da via del Babuino a piazza Vittorio appalti di due giunte nel mirino di Cantone

Mafia Capitale, da via del Babuino a piazza Vittorio appalti di due giunte nel mirino di Cantone
di Mauro Evangelisti e Cristiana Mangani
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Settembre 2015, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 14:36

«Artificiosi frazionamenti degli appalti». È l'impietosa frase che utilizza l'Autorità nazionale Anticorruzione, nella relazione su Roma Capitale, per descrivere il metodo con cui per anni è stato aggirato il ricorso alla gara pubblica. Spiegata in modo semplice: per importi superiori a un milione di euro la legge impone la gara, non consente la negoziazione con un gruppo di imprese invitate. In Campidoglio si abbassava nominalmente il valore dei lavori per poi ricorrere a meccanismi che andavano a riconoscere cifre più alte. La relazione dell'Anac guidata da Raffaele Cantone ha preso come esempi quattro cantieri importanti nel periodo 2011-2014: la riqualificazione di via del Babuino, progetto del 23 aprile 2014, dunque epoca Marino; riqualificazione di piazza Vittorio (15 febbraio 2013, sindaco Alemanno); riqualificazione di piazza Testaccio (lavori iniziati con Alemanno, proseguiti con Marino); manutenzione ordinaria delle piste ciclabili (9 novembre 2014, sindaco Marino). Ma la relazione dell'Anac punta il dito anche su altri settori. Il ricorso alle procedure negoziate, dunque senza gara, di alcuni servizi informatici: per l'help desk scolastico, della gestione operativa delle contravvenzioni, della banda larga.

Infine, altri casi concreti che hanno colpito l'attenzione dell'Anac sono quelli legati a un settore già investito dal clamore delle inchieste giudiziarie: i servizi sociali, dove si sono verificati «ricorso e affidamenti reiterati al medesimo soggetto».

Senza gara. Nel mirino cinque procedure del Dipartimento politiche sociali: il trasporto dei disabili (ad Atac che a sua volta aveva subappaltato il servizio), il progetto Scuola di volo (Coop sociale Virtus Ponte Mammolo), assistenza domiciliare (Cigno cooperativa), assistenza dopo gli sgomberi del Regina Elena (Domus Caritatis), Progetto emergenza Nord-Africa (Domus Caritatis): l'agenzia critica il ricorso alle procedure d'urgenze e alle proroghe, ritenute irregolari.

I FRAZIONAMENTI

Ma ripartiamo dagli appalti per i lavori di via del Babuino (legati alla successiva pedonalizzazione), piazza Vittorio, Testaccio e piste ciclabili che fanno capo al Dipartimento infrastrutture. E dalle conclusioni: «È evidente l'inammissibilità di artificiosi frazionamenti dell'appalto volti a eludere le norme». Si richiama il «danno alla concorrenza». Esempio: in via del Babuino già dallo schema del contratto si poteva evincere che all'aggiudicatario (Gra Srl), oltre agli importi dei lavori dell'appalto (998.000 mila euro) avrebbero dovuto essere affidate opere e servizi complementari, con ulteriori esborsi che avrebbero fatto superare il fatidico tetto del milione. «Non è ammissibile - bacchetta l'Anac - la perizia di variante della maggiore spesa complessiva per lavori di 546.656 euro che ha esteso l'intervento al tratto di via non oggetto all'affidamento». Il conto finale? 1,6 milioni. Quasi più clamoroso il caso di piazza Testaccio (Lama Costruzioni) per 900 mila euro.

GLI ESCAMOTAGE

«Non può essere ritenuta ammissibile la perizia di variante della maggiore spesa complessiva per lavori di 184.656 euro, determinata da nuove forniture e utilizzo di materiale diverso da quelli del progetto, nonché dalla generica necessità di ottenere un'opera pienamente fruibile che garantisca la massima sicurezza degli utenti». In sintesi: per il primo affidamento dei lavori si richiamano motivazioni d'urgenza «per eliminare lo stato di pericolo», ma le stesse motivazioni d'urgenza vengono addotte per la seconda parte dell'opera, perché «non presenterebbe le condizioni di sicurezza». «In pratica i lavori eseguiti per l'eliminazione del pericolo sarebbero stati loro stessi causa dei rischi per la sicurezza da eliminare con i lavori di completamento». A piazza Vittorio (698 mila euro) i lavori sono da tempo sospesi «per reperire i fondi necessari al completamento», quelli per le piste ciclabili sono in corso, «ma c'è il rischio che possano riproporsi le criticità evidenziate». E' stata aggirata la procedura trasparente della gara pubblica, ma si è scelto di invitare una quindicina di imprese mediante il Siproneg (un elenco di imprese). In tre casi è stato fatto con un algoritmo casuale, in via del Babuino invece si sono invitate alcune ditte «sulla base di generiche motivazioni».