RAPPORTI E LEGAMI
Nella relazione c'è, tra le altre cose, il nome dell'ex Presidente del Municipio, Andrea Tassone, ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale, che avrebbe «intrattenuto rapporti e connivenze con il brand economico di mafia Capitale, funzionali a far conseguire a quest'ultimo una serie di appalti pubblici». Tali rapporti sono, inoltre, testimoniati in conversazioni intercettate, raccolte soprattutto in relazione all'affidamento del servizio di manutenzione del verde pubblico, «laddove il tenore delle conversazioni evidenzia - oltre ad una indebita conoscenza, da parte delle cooperative aspiranti all'aggiudicazione, di notizie sulla gestione del servizio - il pesante condizionamento svolto da Buzzi ed i suoi accoliti sulla stazione appaltante per ottenere condizioni a loro favorevoli». Già da queste circostanze «emerge con chiarezza come le collusioni esistenti tra il presidente del Municipio e le organizzazioni criminali abbiano prodotto l'effetto di piegare e condizionare l'azione degli organi amministrativi agli interessi illegali di mafia Capitale».
AFFIDAMENTO CHIOSCHI
Nel dossier del prefetto sono finiti sotto la lente di ingrandimento anche altri casi come «l'affidamento di un chiosco bar in uno stabilimento balneare». Proprio su questo episodio, scrive Gabrielli, «non può non sottolinearsi l'illegittimità dell'azione svolta dall'amministrazione del municipio che non solo viene meno al dovere di accertare i requisiti soggettivi dell'affidatario di uno spazio pubblico per finalità lucrative, ma una volta che li ha conosciuti non procede all'annullamento dell'aggiudicazione ricercando indebite mediazioni per giungere ad una soluzione che non esponga soprattutto l'affidatario al ludibrio di un diniego dell'autorizzazione». E poi c'è l'affare del X Gruppo, attualmente ospitato in un immobile privato con un «contratto scaduto per il quale l'amministrazione versa un milione di euro l'anno, nel 2014 era alla ricerca di un nuovo immobile, ma delle tre offerte presentate dopo il bando, ne veniva ammessa una sola». Il Comandante della Polizia di Roma Capitale (che non era stato affatto coinvolto) informato per caso della vicenda, «evidenzia formalmente l'assoluta inidoneità dei locali, la cui superficie utile era di gran lunga inferiore a quella richiesta».
MANUTENZIONE E PULIZIA
In merito all'appalto per la gestione del servizio di pulizia e manutenzione delle spiagge di Castel Porziano (stagione 2014, valore 474.000 euro) «la prima rilevante carenza - si legge ancora nella relazione - riguarda la determina a contrarre che nel caso di specie costituiva presupposto indefettibile per la legittimità della procedura prescelta, quella in regime di economia, per di più in assenza di un regolamento comunale che disciplina gli acquisti in economia. L'appalto è stato suddiviso in 2 lotti per ognuno dei quali l'Amministrazione ha individuato i soggetti da invitare a gara, se non che in entrambi i casi tutti i soggetti sono risultati direttamente o indirettamente riconducibili a ... (Omissis), alcuni addirittura parte integrante del suo sodalizio».