Affitti, 20 giorni per saldare i debiti o lo sfratto: niente sconti in Centro

Affitti, 20 giorni per saldare i debiti o lo sfratto: niente sconti in Centro
di Fabio Rossi
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Nessuno sconto, rispetto al prezzo di mercato, per la vendita degli appartamenti del centro storico e delle altre aree di pregio della Città eterna. E regole ferree per l'acquisto delle stesse case da parte degli attuali inquilini, per escludere furbetti, morosi e falsi poveri. Il piano di cessione degli immobili di proprietà del Campidoglio, varato un anno fa dall'assemblea capitolina e fino a ora confermato dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, nelle intenzioni dell'amministrazione dovrebbe mettere fine allo scandalo degli affitti facili nei salotti buoni della Capitale.

Le case saranno quasi tutte messe all'asta, con salvaguardia per gli inquilini più deboli (anziani e indigenti) e una serie di meccanismi introdotti per evitare distorsioni. «Gli immobili saranno ceduti tramite procedura ad evidenza pubblica con le modalità previste dalla vigente normativa in materia di alienazione, singolarmente o per lotti - si legge nella delibera - con valutazioni in base alle superfici commerciali e agli attuali valori medi di mercato indicati dall'Agenzia del Territorio per le relative zone». Insomma, nessuna svendita delle case, almeno sulla carta.

I CRITERI
Gli attuali inquilini, purché in possesso di regolari documenti di affitto, avranno il diritto d'opzione all'acquisto, «da esercitarsi entro 90 giorni dalla notifica della proposta da parte dell'amministrazione».
 
Con una postilla anti-furbi: la prelazione non vale per «coloro nei cui confronti sia stata emessa una sentenza, o altra pronuncia giudiziale di risoluzione del contratto ed a tutti gli occupanti abusivi, ivi compresi coloro che occupano l'immobile con il consenso del titolare del diritto». L'inquilino, poi, per avere la prelazione per l'acquisto deve abitare in quell'appartamento da almeno 5 anni. In caso di rinuncia, però, il diritto «è esteso al coniuge convivente», agli altri familiari e «al convivente more uxorio, con esclusione della convivenza dipendente dal rapporto di lavoro».

Quindi, niente case acquistate da colf e badanti. E nessun favore ai morosi: l'inquilino acquirente deve essere «in regola con il pagamento dei canoni e degli oneri accessori» o deve regolarizzare la sua situazione «entro 20 giorni dalla proposta di opzione o prelazione». In caso contrario «il bene verrà alienato con procedura di evidenza pubblica». C'è anche lo stop a chi possiede già altri immobili nella Capitale: visto che la filosofia alla base della vendita delle case comunali è quella «di garantire stabilità abitativa nell'ambito del comune di residenza - è scritto nel provvedimento - è altresì necessario, per poter fruire di tale percorso preferenziale, non essere proprietario di altra abitazione, adeguata alle esigenze del nucleo familiare, all'interno del territorio del Comune di Roma».

I COSTI
I prezzi di vendita, come detto, saranno stabiliti seguendo i valori di mercato. Gli inquilini che vorranno acquistare avranno diritto a uno sconto del 15 per cento che, però, non sarà applicato agli immobili «di pregio», quelli ubicati nella aree storiche e monumentali di Roma. Quelli che saranno messi all'asta, invece, avranno un prezzo base ridotto a seconda della «residua durata dei contratti di locazione in corso». Insomma, uno sconto variabile tra il 10 e il 15 per cento per chi acquista un appartamento già occupato da inquilini regolari. In mancanza di offerte nella prima gara, poi, si procederà a un ulteriore ribasso del 10 per cento della base d'asta, anche in questo caso con l'esclusione degli immobili di pregio.

L'USUFRUTTO
Per evitare speculazioni sarà inserita una clausola che preveda il divieto di rivendita dell'immobile prima di 5 anni. Agli inquilini maggiori di settantacinque anni, infine, sarà riconosciuto il diritto di acquisire solo l'usufrutto dell'immobile, di cui sarà quindi messa all'asta la nuda proprietà. Ai nuclei familiari meno abbienti - quelli che vantano un reddito annuo lordo familiare non superiore a 28 mila euro - sarà concessa la possibilità di rimanere in affitto alle stesse condizioni attuali.

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