Tram di via Nazionale, i commercianti in Regione: «Un disastro per gli affari»

Il fronte del No e il Comune ascoltati ieri nella seduta della commissione Trasporti

Tram di via Nazionale, i commercianti in Regione: «Un disastro per gli affari»
di Fernando M. Magliaro
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Mercoledì 1 Novembre 2023, 00:02

Il tram Termini-Vaticano-Aurelio segna una spaccatura profonda fra commercianti e Campidoglio. Ieri pomeriggio, in Consiglio regionale, audizione doppia. Il presidente della Commissione Trasporti, Cosmo Mitrano (FI), convoca da una parte l’assessore alla Mobilità del Comune, Eugenio Patanè, e dall’altra le associazioni del commercianti accompagnate anche dalla vicepresidente della Società Italiana Sistema 118, Rossella Carucci.
Confcommercio, Confesercenti, Federmoda e Associazione Commercianti di via Nazionale, insieme all’Associazione per la tutela e la valorizzazione di via Nazionale hanno sciorinato tutto il lungo elenco di criticità e problemi.

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L’OPERA

Parliamo del progetto, pallino della lobby pro tram e degli pseudoambientalisti cari a una certa sinistra, di costruire una nuova linea tranviaria da Termini (palazzo Massimo) al Vaticano (piazza Risorgimento) e all’Aurelio (piazza Giureconsulti). In totale, ai 3 capolinea, si sommerebbero 18 (o 19, dipende da quale documento si legge) fermate intermedie lungo gli 8,9 km totali di binari, 8,2 fra Termini e Giureconsulti più 770 metri per la diramazione Vaticano. 
Il tutto con cantieri da far partire ad aprile 2024 per terminare i lavori, su carta, a febbraio 2028 (con sospensione durante l’Anno Santo) per un costo totale preventivato di 294 milioni di euro, 120 coperti da fondi Pnrr e 174 da stanziamenti accantonati dal Ministero dei Trasporti. 

I NO IN COMMISSIONE

«Come presidente dell’Associazione per la tutela e valorizzazione di via Nazionale - ha esordito il presidente, l’avvocato Marco Tullio Marcucci - ho presentato sia una istanza di annullamento in autotutela del progetto al Comune e a Invitalia (la società che sta gestendo l’appalto, ndr) che un esposto all’Anac.

Ci sono una serie di soggetti pubblici che non sono stati interpellati al momento della conferenza di servizi, come invece la legge prescriverebbe di fare. E molti dei pareri espressi mancano di chiarezza decisoria: si è a favore o no dell’opera? Infine, voglio richiamare al buon senso e alla logica: ma come si pretende, in un quadrante dove già sono attivi molti cantieri, di aprire un altro?».

USATE I BUS ELETTRICI

Poi è stata la volta dei commercianti che, in sequenza, hanno riassunto tutte le criticità ormai chiare e alle quali il Campidoglio continua a non fornire nessuna risposta.
«Il sistema commerciale dell’asse via Nazionale/Corso Vittorio soffre marcate difficoltà. Voglio ricordare che storicamente via Nazionale era un salotto buono, una strada di shopping e anche la via delle sfilate di carnevale. Ora abbiamo forti chiusure di tanti esercizi commerciali», ha esordito il direttore di Confcommercio Roma, Romolo Guasco, che ha aggiunto: «siamo contrari a quest’opera che taglia a metà il centro storico, appesantirà la circolazione in via IV Novembre e in via del Plebiscito mentre la tecnologia esistente consente di ricorrere a bus elettrici in grado di trasportare carichi analoghi a quelli di un tram, mezzi sui quali già oggi il Comune investe».
«Da quindici anni le Amministrazioni comunali hanno gestito male via Nazionale: divieti senza compensazioni di un trasporto efficiente, carenza di parcheggi e ztl. Il risultato è la chiusura di un 40% dei negozi. Non è questo il progetto utile per riqualificare la strada: dove sono stati portati i tram il commercio è peggiorato sempre. Ci sono i bus elettrici, usiamo quelli», ha attaccato Massimo Bertoni di Federmoda e titolare di uno storico negozio proprio su via Nazionale.
Altro attacco da David Hayon, presidente dell’Associazione commercianti di via Nazionale: «Il vetro si raccoglie la mattina. E va lasciato a bordo strada. Col tram che passa? Per il carico e scarico merci, già oggi il trasportatore è costretto a lasciare il mezzo sulla preferenziale. E col tram che passa?».
Quindi è il turno del presidente di Confesercenti, Valter Giammaria: «Ci sono mezzi meno impattanti di questo tram, i bus elettrici. Dove arriva il tram arriva il deserto commerciale».
Chiude il Sis 118: «Fate un focus sull’ospedale Santo Spirito: serve 160mila abitanti ma è in posizione strategica e ha importanti specialità».

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