Tram via Nazionale, altolà di Anac al Comune: rischio blocco dell’opera per problemi giudiziari

Fari puntati sui soggetti che partecipano alla gara per realizzare la contestata tranvia

Tram via Nazionale, altolà di Anac al Comune: rischio blocco dell’opera per problemi giudiziari
di Fernando M. Magliaro
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Sabato 2 Dicembre 2023, 00:29

«Nello spirito di collaborazione si chiede di far sottoscrivere all’aggiudicatario l’allegato modello di dichiarazione»: nel linguaggio da addetti ai lavori del mondo della giurisprudenza arriva un altolà da parte dell’Autorità Anticorruzione al Comune: per chiudere la gara d’appalto per il progetto del tram Termini-Vaticano-Aurelio, fatevi firmare un po’ di carte aggiuntive che garantiscano la regolarità dell’assegnazione, facendo aleggiare di fatto l’ombra della scure giudiziaria. 

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LA CLAUSOLA RISOLUTIVA

La lettera di Anac del 17 novembre scorso, infatti, arriva in risposta alla proposta di aggiudicazione della gara avanzata dal Campidoglio accendendo quindi i fari sull’appalto.

Nel testo, firmato dal presidente dell’Anticorruzione, l’avvocato Giuseppe Busia, Anac affronta il problema della cosiddetta «clausola risolutiva espressa». Si tratta, in sintesi, di una clausola che prevede la risoluzione automatica di un contratto qualora una prestazione non sia adempiuta oppure non sia fatta nel modo stabilito. Secondo Anac, il Comune ha inserito questa clausola nel suo “Protocollo di Integrità” che prevede «la revoca dell’aggiudicazione, la risoluzione di diritto del contratto eventualmente sottoscritto e l’incameramento della cauzione definitiva». Aggiunge Anac: per far scattare la clausola «è sufficiente che nei riguardi di uno dei soggetti (imprenditore, componente della compagine sociale, dirigenti con funzioni di stipula o di esecuzione del contratto) sia stata disposta una misura cautelare o il rinvio a giudizio» per una serie di reati fra i quali la corruzione, l’istigazione alla corruzione, il peculato, il millantato credito e la turbativa d’asta. E non importa se queste misure siano relative a precedenti gare o a quella in corso perché, spiega Anac, «la clausola può avere non solo effetti di risoluzione del contratto ma anche di impedirne la stipula». Tuttavia, poiché occorre «agevolare l’operatività della clausola risolutiva, Anac ha predisposto l’allegato modello» da far firmare all’aggiudicatario. Poi, l’invito «a segnalare all’Anticorruzione eventuali mancate restituzioni o rifiuti di dichiarare». 


PARAMETRI SBAGLIATI

C’è poi un altro rilievo che Anac fa al Comune e riguarda i punteggi che sono stati attribuiti all’offerta tecnica, cioè a quella parte dell’offerta presentata che riguarda gli accorgimenti costruttivi e di tecnologia da adottare nella realizzazione del progetto. «Il disciplinare di gara prevede che ciascun commissario attribuisca il punteggio a ciascun concorrente per ogni criterio» di valutazione dell’offerta. «Invece - scrive Anac - i verbali sembrano riportare direttamente un’attribuzione collegiale del coefficiente discrezionale»: insomma, una somma che rende quindi non leggibili i singoli voti dei singoli commissari.


L’OPERA

Il progetto, spinto dalla lobby filotranviaria, da qualche vecchio politico dei decenni scorsi e dal circolo degli pseudo ambientalisti, è quello di realizzare 8,9 km di doppio binario fra i capolinea di Palazzo Massimo a Termini, piazza Risorgimento al Vaticano e piazza Giureconsulti all’Aurelio. Nelle previsioni del Comune, sempre attendibili in fatto di tempi e costi, la spesa sarebbe almeno di 294 milioni di euro, 120 da fondi Pnrr e 174 da stanziamenti “accantonati” dal ministero dei Trasporti. E i cantieri, almeno nelle intenzioni dichiarate da Palazzo Senatorio, dovrebbero partire il prossimo aprile e durare 1688 giorni, inclusi 410 giorni da metà novembre 2024 a inizio gennaio 2026, di sospensione del cantiere per non interferire con il flusso dei pellegrini e dei turisti per l’Anno Santo. Conclusione, quindi, carte alla mano, a luglio 2028.

 
LA GARA

Gli annunci sull’assegnazione di questa gara si susseguono formalmente almeno dal 21 settembre scorso quando i vertici di Palazzo Senatorio dissero che «entro un paio di giorni» avrebbero proceduto con l’assegnazione. Dopo mesi di attesa, esce fuori la lettera di Anac.
 

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