Tram su via Nazionale, consiglio comunale «a fine mese». Pressing dell’opposizione dopo che la maggioranza aveva boicottato il dibattito

Giovedì dovrebbe essere fissata la seduta dell’Assemblea capitolina sulla tranvia Tva

Tram su via Nazionale, consiglio comunale «a fine mese». Pressing dell’opposizione dopo che la maggioranza aveva boicottato il dibattito
di Fernando M. Magliaro
4 Minuti di Lettura
Domenica 19 Novembre 2023, 00:21

Data papabile: entro il 30 novembre. A forza di insistere e scavare nelle divisioni della maggioranza, si dovrebbe arrivare a obbligare il centrosinistra a fissare una data per la seduta straordinaria e monotematica del consiglio comunale dedicata ad esaminare il progetto di creare una nuova linea tranviaria fra Termini (palazzo Massimo), il Vaticano (piazza Risorgimento) e l’Aurelio (piazza Giureconsulti), la Tva. Da regolamento, una volta che la domanda di consiglio straordinario viene depositata con il numero di firme necessario, almeno 10, la seduta va fissata entro 30 giorni.

Sul tram in via Nazionale il faro di Città Metropolitana. Pascucci: «Critiche legittime»

Le firme e la domanda sono state depositate poco dopo metà settembre scorso. Da allora, una prima data, il 13 ottobre scorso, poi fatta saltare all’ultimo. Dopo di che, solo rinvii. Ora le opposizioni tornano alla carica anche per non dover ricorrere all’intervento del prefetto di Roma che obblighi il Comune a riunirsi. E finalmente, nella prossima riunione della conferenza dei presidenti dei gruppi, in calendario giovedì, dovrebbe essere ufficializzata la data della seduta.

La previsione è di farla entro il 30 novembre ma, se slittasse, se ne parlerebbe quasi certamente dopo il 5 dicembre.


L’OPERA E I NODI
Il progetto del Comune, bandiera della lobby pro tram e del suo contorno di pseudo ambientalisti spalleggiati da vecchi personaggi della politica tanto cari a una certa sinistra, prevede di realizzare un totale di 8,9 km di doppio binario: 8,2 fra i capolinea di Termini e di piazza Giureconsulti e altri 770 metri da ponte Vittorio a piazza Risorgimento per la diramazione Vaticano. In tutto, sono previste 18 o 19 fermate, dipende da quale documento del Comune si legga, più, ovviamente, i tre capolinea. Ad oggi, il Campidoglio prevede di spendere per quest’opera 294 milioni di euro: 120 da fondi del Pnrr e gli altri 174 con stanziamenti che il ministero dei Trasporti ha accantonato. Eventuali spese aggiuntive, stando alle norme, dovranno essere coperte da soldi provenienti dalle casse capitoline, eventualità tutt’altro che remota vista la nota predisposizione dei tecnici comunali all’ottimismo sui numeri. Ottimismo che investe anche le previsioni sui tempi di realizzazione dell’opera: inizio dei cantieri ad aprile prossimo, poi, per non recare disagi ai pellegrini durante il Giubileo, sospensione a novembre (senza per altro specificare in cosa si traduca all’atto pratico), poi ancora riapertura a gennaio 2026 dopo la conclusione dell’Anno Santo e, infine, conclusione del lavoro sull’intera linea nella primavera 2028. Lunghissimo l’elenco dei nodi irrisolti nella progettazione preliminare: rischio paralisi per il commercio e l’economia del centro e per il traffico stesso.

I progettisti non hanno previsto fra Termini e porta Cavalleggeri, oltre la metà della intera linea, neanche un pertugio per consentire il carico e lo scarico delle merci dei negozi, dei bar, dei ristoranti. Non una sola area di fronte ai numerosi hotel del centro, tutti o quasi hotel di lusso, per consentire a tassisti e noleggiatori di far scendere in sicurezza dai loro veicoli i passeggeri ospiti degli alberghi. E non si parla della sicurezza neanche per i lavoratori di Ama o delle società che lavorano in subappalto quando devono raccogliere i rifiuti delle stesse utenze non domestiche. 


Non bastassero queste sottovalutazioni della vita quotidiana e dell’economia cittadina, la fretta di accaparrarsi i fondi del Pnrr, ha impedito ai progettisti di elaborare simulazioni sul traffico nel caso un tram rimanesse bloccato nei punti critici della città: via Nazionale altezza via Genova dove si trova l’uscita dei mezzi dei pompieri e della questura. Poi, via IV Novembre, già oggi trafficatissima, e che, domani, col tram verrebbe ristretta in un unico infernale budello percorribile da ogni mezzo: dalle bici ai tram. E, infine, lungotevere in Sassia dove l’acume progettistico capitolino ha piazzato i binari proprio attaccati al marciapiede posto davanti l’ospedale Santo Spirito in Sassia: marciapiede nel quale si apre un varco di quattro metri scarsi che consente l’ingresso al pronto soccorso delle ambulanze. Parliamo dello stesso Campidoglio che ad As Roma, per il progetto del nuovo Stadio di Pietralata, ha giustamente richiesto analisi e simulazioni sul traffico per valutare l’impatto delle partite sulla circolazione stradale e sul funzionamento del pronto soccorso dell’Ospedale Pertini, distante circa 800 metri dallo Stadio stesso. 


LA SEDUTA
«Nella scorsa capigruppo - raccontano Marco Di Stefano (Noi Moderati-FI), Giovanni Quarzo (FdI) e Fabrizio Santori (Lega) - la presidente del consiglio, Svetlana Celli, ha preso l’impegno di comunicare per il prossimo giovedì 23 la data per la seduta straordinaria sul Tva. L’ipotesi è di farla entro il 30 novembre ma, se slittasse, potrebbe andare dopo il 5 dicembre».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA