Tram Tva, Federmoda: «E ora un tapis roulant»

La proposta all’indomani del rinvio del Termini-Vaticano-Aurelio a dopo il Giubileo

Tram Tva, Federmoda: «E ora un tapis roulant»
di Fernando M. Magliaro
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Lunedì 11 Dicembre 2023, 00:50

«Ma quale tram! Se davvero il Comune vuole rilanciare il commercio e migliorare l’accessibilità pedonale ci sono altre soluzioni, decisamente meno impattanti, meno costose, meno impegnative sotto il profilo delle tempistiche e con una resa incredibilmente più elevata come la creazione di un tapis roulant sotto il traforo di via Milano». Massimo Bertoni, presidente di Federmoda, è netto. A via Nazionale non serve il tram che sarebbe «solo uno spreco di soldi e condannerebbe quei negozi che ancora tengono in piedi l’attrattività commerciale della strada, una volta salotto buono dello shopping romano. Non serve: lo abbiamo detto chiaramente sin dall’inizio. Via Nazionale, ma il discorso si può allargare anche a via IV Novembre, via del Plebiscito e corso Vittorio, non può sopportare un altro cantiere di questa invasività. E non ha bisogno di un mezzo rigido che distruggerebbe tutto il tessuto economico e connettivo di quest’area. Le idee che servono sono altre».

L’OPERA

Il tram cui si riferisce Federmoda è il Termini-Vaticano-Aurelio, la Tva, progetto del Comune, frutto delle spinte della lobby filotranviaria, di qualche vecchio politico in cerca di riscatto e dei circoletti di pseudoambientalisti tanto cari a una certa sinistra, per creare una nuova linea tranviaria da 8,9 km di doppi binari fra Termini, piazza Risorgimento a Prati/Vaticano e a piazza Giureconsulti all’Aurelio.

Il progetto è finito su un binario morto: era finanziato con fondi Pnrr ma con tempistiche troppo strette per cui, nonostante le reiterate promesse del Comune di essere “pronti-via” e iniziare con i lavori, alla fine è stato il commissario straordinario alle tranvia di Roma, l’architetto Maria Luisa Conti, a scrivere, il 27 novembre scorso, al Comune e al Ministero dei Trasporti per chiedere di spostare i fondi del Pnrr sulla più avanzata nuova tranvia della Togliatti e dirottare sul Tva altri fondi ministeriali. 

IL CONSIGLIO STRAORDINARIO

A chiudere il cerchio ci ha pensato, il 7 dicembre, il consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria proprio per dibattere del Tva su richiesta delle opposizioni sempre rinviata. Nel caos di quella seduta, con la maggioranza che è andata in frantumi dopo 8 ore di consiglio, una cosa è emersa con chiarezza da tutte le forze politiche: niente cantieri prima del Giubileo. I tempi, già oggi, non lo permettono, visto che lo stesso sindaco Gualtieri ha dovuto ammettere che il progetto presenta enormi criticità che vanno ancora risolte e che serve un confronto pubblico con la città. 
Nonostante questo rinvio che viene considerato da tutte le forze politiche, più o meno pubblicamente, un bel funerale di quest’opera, però, si accende un confronto di idee su come ripensare il centro: lontano dai rendering degli architetti e degli ingegneri e più prossimo alla vita reale.

LA PROPOSTA

«Ci è stato detto - spiega Bertoni - che il tram avrebbe rivitalizzato il commercio e aumentato il valore degli immobili. A parte che siamo in una zona del mondo, non di Roma, che vanta palazzi cinquecenteschi carichi di storia e di arte e che quindi non è certo un tram che può far aumentare il valore di questi edifici ma, semmai, diminuirlo, la questione del commercio secondo noi va affrontata in altro modo. Oggi il traforo di via Milano, quello che passa sotto il Quirinale è di fatto una specie di muro di Berlino: divide in due via Nazionale dal Tridente mediceo e da piazza di Spagna e via del Tritone. Abbiamo avanzato come Federmoda e Confcommercio Roma l’ha fatta propria, la proposta di realizzare sotto il traforo di via Milano un tapis roulant che, rapidamente, connetta via Nazionale con via del Tritone, via due Macelli e quindi piazza di Spagna con il Tridente. Si tratterebbe di un’opera a bassissimo impatto di lavori, come durata e invasività, e dal costo contenuto. L’abbiamo già sottoposta all’attenzione del Comune che, però, dopo un primo momento di accoglimento, poi si è ritratto accampando come scusa il problema manutenzioni. In sostanza, ci viene detto che questa infrastruttura dovrebbe essere affidata e manutenuta da Atac ma che senza infrastrutture Atac vicine questo non sarebbe possibile. In realtà, ci sarebbero sia le fermate bus del Palazzo delle Esposizioni su via Nazionale e di via del Tritone dall’altro lato. In ogni modo, così si potrebbe rivedere la funzionalità e la fruibilità del traforo stesso: oggi l’assessorato ai Lavori pubblici di Ornella Segnalini sta conducendo un intervento di restauro. Ma lì, si potrebbe creare un tapis roulant al posto dei marciapiedi senza particolari problemi. E il costo è stato stimato in 3 milioni di euro, altro che i 294 milioni di un tram inutile».

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