Oltre otto ore: avvio al terzo appello, un’ora dopo l’orario previsto dalla convocazione; sospensioni per le fratture interne alla maggioranza e le esigenze di conferenze stampa del sindaco Gualtieri; polemiche politiche, numero legale che salta in continuazione, nove ordini del giorno. Il tutto senza che ci sia una chiarezza definitiva sul progetto della linea tranviaria Termini-Vaticano-Aurelio, con l’ordine del giorno del Pd scritto in bizantino antico e la maggioranza che va in frantumi su un ordine del giorno dei 5stelle. Due certezze: se mai uscirà dalla naftalina, la Tva sarà ridiscussa dopo il Giubileo e tutti d’accordo nello spostare i fondi Pnrr dalla Tva alla nuova tranvia della Palmiro Togliatti. La seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata all’esame del tram di via Nazionale tutto è stata fuorché una passeggiata: convocata a mezzogiorno è iniziata all’una.
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LA RELAZIONE GUALTIERI
Con una relazione il sindaco Gualtieri ha ripercorso la genesi, i costi e, soprattutto, le problematiche progettuali dell’opera, parlando della «garanzia di accesso a livello stradale, come negli hotel di via Nazionale»; e poi delle «questioni di mobilità nel tratto in sede promiscua a via IV novembre, dove è più stretto», «l’allocazione ottimale su via del Plebiscito e corso Vittorio» e poi «l’impatto sulla mobilità e sull’assetto di un’asse viario così importante come corso Vittorio.
LE OPPOSIZIONI
Sul piede di guerra le opposizioni: Marco Di Stefano (Noi Moderati-Forza Italia), Valerio Casini (Italia Viva), Fabrizio Santori (Lega), Giovanni Quarzo, Federico Rocca e Francesca Barbato (FdI) hanno attaccato il progetto, le sue carenze e stigmatizzato la conduzione dei lavori d’aula che hanno bloccato per otto ore il Consiglio con una sospensione di oltre due ore per cercare di ricomporre la frattura sempre più grande all’interno della maggioranza. I problemi del commercio ignorati nel progetto, quelli della sicurezza e dell’emergenza con questura, pompieri e ospedale Santo Spirito, quelli della mancanza di chiarezza nella gara d’appalto, nei rilievi di Anac e nello spostamento dei fondi che potrebbe comportare l’obbligo di rifare la gara stessa visto che mutano le basi giuridiche.
IL PASTICCIO
Due ore e più di attesa. Consiglieri che bighellonano fra l’Aula e la buvette. Che si siedono negli spazi riservati al pubblico e che incontrano gli elettori. Perché dietro le quinte va in scena lo psicodramma: dopo la relazione del sindaco, i consiglieri della lista civica che porta il nome di Gualtieri non intendono votare l’ordine del giorno presentato dal Pd. Nel testo originario, i Dem inseriscono frasi che dai cinque civici sono considerate inaccettabili: «il percorso del Tva sarà la spina dorsale del centro storico» e poi «supportare tutte le azioni necessarie al fine di proseguire le attività utili alla realizzazione dell’opera». Dopo urla che si sentono fin dentro l’Aula Giulio Cesare, viene trovata una prima intesa: la «spina dorsale» sparisce e sparisce anche il «supporto a proseguire». Vengono aggiunte due frasi: «che la realizzazione della Tva comporta alcuni problemi e sfide complesse che richiedono di essere adeguatamente risolte» e «di affrontare i passaggi che ci attendono nei prossimi mesi con la necessaria flessibilità sia temporale sia legata al merito delle soluzioni concrete ai diversi problemi». Dopo che le opposizioni affondano il colpo sul mancato «supporto a proseguire» la frase viene reinserita. Il tutto, a mano. Alla fine, 24 voti a favore su 29 consiglieri di maggioranza. Il minimo sindacale.