Centrodestra-M5S, battaglia al Sud. Indecisi ancora su: 37,5%

Centrodestra-M5S, battaglia al Sud. Indecisi ancora su: 37,5%
di Enzo Risso*
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Venerdì 19 Gennaio 2018, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 19:14

Il conto alla rovescia verso le elezioni è iniziato. A quarantacinque giorni dalle urne, l’elemento più preoccupante è la quota di persone che, per il momento, non ha deciso se andare a votare e per chi votare. Gli indecisi sono il 37,5%, ovvero circa 18 milioni di italiani. Le stime di voto, pertanto, possono subire, nel corso della campagna elettorale, dei mutamenti, in ragione dello sciogliersi della riserva da parte degli elettori indecisi. Altro dato da rilevare è quello che riguarda il Mezzogiorno, che sembra l’unia area senza un vincitore netto: al Sud sono infatti in vantaggio i Cinque Stelle, ma il centrodestra non è tropo distante.

LE STIME
Le rilevazioni di questa settimana ci rendono una fotografia in movimento, anche se le grandi traiettorie restano stabili. Il centrodestra è la prima coalizione del Paese, con il 37,2% dei consensi. Al suo interno i flussi di voto, soprattutto, tra Lega e Forza Italia, sono in evoluzione.

Il risveglio fornito, in questi mesi, da Berlusconi a Forza Italia, grazie alla strategia che ha individuato nei Cinquestelle il nemico, è in fase di stanca. Gli azzurri calano, rispetto alla settimana scorsa, dello 0,7%. A rendere complessa la crescita elettorale di Forza Italia è il suo stesso bacino elettorale di riferimento. In esso troviamo una maggioranza di over 64enni (21,9%) e un netto sottodimensionamento dei giovanissimi (10% tra i 18-20enni) e dei Millennials (nella fascia tra i 21 e i 25 anni gli azzurri prendono il 12% e in quella tra i 25 e i 34 anni si fermano al 13,9%).

La Lega, anche in seguito alle diverse vicende interne, ha avuto un rallentamento nelle prime settimane di gennaio, che l’hanno fatta calare fino al 13,1%. Questa settimana la dinamica discendente si è fermata e il partito di Salvini si attesta al 13,2%. Il consenso alla Lega è trainato dai giovanissimi (18,4% tra i 18-20enni) e dai 45-64enni (oltre il 15%), ma anche dall’espansione elettorale al Centro Italia e al Sud.

Una crescita che, abbinata alla tenuta nel Nordovest e nel Nordest (dove è il primo partito del centrodestra), offre alla Lega un bacino elettorale raddoppiato rispetto alle elezioni europee del 2014 e triplicato rispetto alla politiche del 2013 (dove aveva preso il 4%). Nella coalizione di centrodestra appare interessante anche la dinamica di crescita di “Noi con L’Italia” di Lupi, Fitto eccetera, che sta raccogliendo consensi e si assesta al 2%.

LA BATTAGLIA
La guerra per il secondo posto è aperta e se la contendono la coalizione di centrosinistra e i pentastellati. Il Pd, dopo una fase discendente che lo aveva portato al 23,1%, questa settimana ha ripreso fiato e ha conquistato lo 0,5% dei consensi. Il suo bacino elettorale è quello maggiormente elastico.

Il Pd, anche a causa della recente scissione, ha visto indebolito il proprio appeal elettorale, ma è anche il partito intorno al quale ruota il maggior numero di indecisi. Questa situazione genera l’attuale fiacchezza elettorale, ma offre, nello stesso tempo, una potenzialità, grazie a un bacino di voti da cui, potenzialmente, poter attingere ulteriori consensi in futuro. La base elettorale del Partito democratico trova, sicuramente, un fattore di stabilità tra gli over 64enni (28,6%), ma ha nei giovani, specie nei 21-24enni, un buon traino di movimento e di freschezza (29,2%).

LE INCERTEZZE
Gli altri raggruppamenti della coalizione di centrosinistra stanno assestando in questo periodo la propria capacità di dialogare elettoralmente con l’opinione pubblica. Questo vale per “Civica popolare”, della ministra Beatrice Lorenzin, che si attesta all’1,3% dei consensi, ma vale anche per +Europa di Emma Bonino (1,2%) e per la “Lista Insieme” di Verdi e Socialisti (0,8%). Il quadro potenziale di questi partiti è ancora tutto in fieri e solo le prossime settimane ci diranno fin quanto riusciranno a espandere la propria capacità di presenza sul mercato elettorale.
M5s, dopo una lunga fase statica, ha ripreso un po’ di movimento e questa settimana è aumentato dello 0,6%. A trainare la sua forza elettorale sono il Mezzogiorno (in cui i Cinquestelle sfondano quota 30%), i giovanissimi (tra i 18-20enni prendono il 38%), i trenta-quarantenni, dove arrivano al 31,4%. Mentre nel centro Italia, l’effetto Raggi e la situazione della Capitale sembra zavorrare i consensi ai grillini. Infine, Liberi e Uguali. Il partito guidato da Pietro Grasso si è attestato al 6,8% e in queste prime settimane di gennaio non ci sono segnali di salita o discesa elettorale.

*Direttore SWG

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