Fuga da Fli, lasciano altri parlamentari
Fini: è il potere finanziario del premier

Gianfranco Fini (foto Matteo Bazzi - Ansa)
4 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Febbraio 2011, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:06
ROMA - Fuga da Fli. Dopo l'addio annunciato ieri dal senatore Giuseppe Menardi, oggi la volta del senatore Franco Pontone, anche lui in procinto di lasciare il gruppo di Futuro e libertà al Senato. Tornare con il premier Silvio Berlusconi anche il deputato Roberto Rosso. Pontone, ex amministratore di An, da tempo in "sofferenza" in Fli, non solo sta per formalizzare il suo addio al gruppo nel giro di poche ore, ma avrebbe deciso di tornare al gruppo del Popolo della libertà.



Fli, che a Palazzo Madama contava solo su dieci senatori, con questi due esodi rischia di dover sciogliere il gruppo se nei prossimi giorni non ci saranno nuovi arrivi. Nel frattempo la senatrice Helga Thaler annuncia la nascita di un nuovo gruppo al Senato che si chiamerà "Per le Autonomie" frutto di una scissione dall'Udc.



Berlusconi intanto non esita a mostrarsi soddisfatto per i numeri della maggioranza che riprendono a crescere. E rilancia sulla piazza ipotizzando una manifestazione a Roma a sostegno del governo a fine marzo. Ma anche a ricucire con il Vaticano dopo il gelo, causato dalla vicenda Ruby, con le alte gerarchie ecclesiastiche.



Dietro al «verosimile» allargamento della maggioranza ci sono «le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente», ha attaccato oggi il leader di Fli, Gianfranco Fini, in un intervento che sarà pubblicato domani su Il Secolo. Secondo Fini, inoltre, Berlusconi può anche contare sui «sentimenti di chi teme per il proprio status di ministro o di parlamentare o di chi aspira a divenire sindaco, assessore o per lo meno consigliere comunale».



«Le polemiche e le divisioni esplose dopo l'Assemblea Costituente di Milano hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori del presidente Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera», ha affermato ancora Fini. «La difficoltà di Fli e la ritrovata baldanza dei gerarchi del Pdl sono fenomeni tutti interni al ceto politico, sentimenti di chi teme per il proprio status di ministro o di parlamentare o di chi aspira a divenire sindaco, assessore o per lo meno consigliere comunale», ha continuato il presidente della Camera.



«Ci riconosciamo e intendiamo agire nell'ambito dei valori e della cultura politica del centrodestra, senza alcuna ambiguità nè tantomeno senza derive estremiste o sinistrorse», ha aggiunto Fini. «Sappiamo che il nostro è un progetto ambizioso e quindi difficile. Ma soprattutto sappiamo che va spiegato agli elettori più che agli eletti. Ne consegue che è nella società che Futuro e Libertà dovrà sviluppare le sue iniziative, tessere la sua rete, organizzare i suoi consensi. E solo quando si apriranno le urne, accada tra poche settimane o tra due anni, sapremo se avremo vinto la nostra battaglia», ha affermato il leader di Fli.



Intanto il il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, ha convocato per venerdì 18 febbraio la prima riunione della segreteria politica nazionale dei "futuristi", composta da membri non parlamentari, indicati durante l'Assemblea costituente di Milano delo scorso fine settimana.



In caso di elezioni «non ci sarà allenza» dell'Udc con il Partito democratico e «non credo alle sante

alleanze costruite in funzione anti Berlusconi». Lo ha affermato Pier Ferdinando Casini, ospite di Otto e mezzo su La7



«O si producono fatti veri e un passo indietro di Berlusconi sarebbe un fatto vero, ma non lo farà, o in mancanza di fatti veri e di produttività del Parlamento andare alle urne non sarebbe un ripiego bensì l'unica scelta utile al paese», ha detto ancora il leader dell'Udc. «Il nostro padrone - ha aggiunto - è il popolo, allora mettiamo nelle sue mani il verdetto rispetto ad una situazione politica stagnante in cui il fallimento di Berlusconi non avviene per vie giudiziarie ma sul terreno politico perché la rivoluzione liberale promessa non si è prodotta».



Dovrebbe invece vedere la luce in tempi rapidi al Senato un nuovo gruppo che si chiamerà "Per le Autonomie" che nasce da una scissione con la componente dell'Udc: ad annunciarlo è la senatrice Helga Thaler, tra le promotrici dell'iniziativa. «La prima cosa che voglio mettere subito in chiaro - precisa - è che noi non saremo l'equivalente del gruppo dei "Responsabili" che si è creato a Montecitorio, come pensa qualcuno. Noi vogliamo restare dove siamo, e cioè in difesa delle autonomie senza schierarci né con la maggioranza, né con il terzo polo, né con la destra, né con la sinistra. La nascità del nuovo organismo parlamentare dovrà essere considerata come una scissione dal gruppo unitario che avevamo insieme all'Udc. Ma l'idea è quella di prendere posizione provvedimento per provvedimento. Sono interessati a questo progetto alcuni senatori come Giulio Andreotti, Manfred Pinzger, Antonio Fosson. Poi sembrano guardare con attenzione alla nostra iniziativa Adriana Poli Bortone, Maria Giuseppina Castiglione e Piergiorgio Massidda». Tra i nomi che circolano che potrebbero aderire al nuovo gruppo ci sono anche quelli di Raffaele Fantetti e Riccardo Villari. E l'ex Fli Giuseppe Menardi? «Ci siamo parlati ieri per la prima volta - racconta ancora la Tahler - e ha mostrato dell'interesse».



Guzzanti aderisce ai Responsabili. Luciano Sardelli, capogruppo di Iniziativa responsabile, il gruppo nato alla Camera per sostenere il premier, ha annunciato l'adesione dell'ex Pdl ed ex gruppo misto Paolo Guzzanti al gruppo: «È con grande soddisfazione personale e politica che accogliamo l'onorevole Guzzanti come indipendente liberale nel nostro gruppo, sicuri che porterà uno straordinario contributo culturale e politico alla nostra attività parlamentare».


© RIPRODUZIONE RISERVATA